Ieri riflettevo sul tempo che passa, dopo aver parlato al telefono con una mia amica che compie gli anni martedì.
Parentesi romantica: Auguri Fedi! Grazie per leggere sempre il mio blog, sei la migliore amica che si possa desiderare.
Non so se capita anche a voi, ma quando mi sento dire “Ti ricordi di quella vacanza in campeggio, ventidue anni fa?” mi sembra impossibile che io possa avere ricordi così lontani nel tempo. Ventidue anni fa? Ero già abbastanza grande da andare in vacanza da sola? Avrò fatto male i conti.
Proprio come noi, anche il personaggio di un romanzo cambia, impara, cresce; tramite le varie peripezie che affronta, l'autore lo accompagna verso una maggiore auto-consapevolezza. Spesso l'esito è una persona migliore, più matura, più fedele alla sua natura di quanto non fosse all'inizio.
Il coming of age dei protagonisti adolescenti dei romanzi YA si trova ormai dappertutto, anche per gli eroi più attempati. Forse perché in questo mondo matto non basta essere adulti per avere un'idea di quel che si sta facendo. Il crescere diventa una lotta quotidiana, le porte aperte sono troppe e non si è mai certi di avere imbroccato quella giusta.
Il passare del tempo scandisce le fasi dell'evoluzione del personaggio. Per essere credibile, un personaggio deve impiegare tempo per raggiungere la sua meta, non può imparare la lezione in una notte, deve, proprio come noi, fare la gavetta, cadere, rialzarsi, sbattere la testa, ancora, e ancora, e ancora…
Quattro modi per scandire il tempo nel romanzo
Mi sono venute in mente quattro soluzioni per affrontare il passare del tempo in un romanzo. Mi sembrano poche, per cui confido in voi, come sempre, per eventuali aggiunte o correzioni:
1) Data specifica.
Certi romanzi precisano il giorno, il mese, l’anno e a volte addirittura l’ora in cui accadono gli eventi raccontati, anteponendo la data all’inizio di ogni capitolo. Questa tecnica si trova spesso nella narrazione sotto forma di diario o lettera, ma anche in alcuni romanzi dall'intreccio così complicato che rischierebbe di confondere il lettore.
Io personalmente non leggo mai queste date, o se le leggo, quando arrivo al capitolo successivo mi sono già scordata della precedente. Mi infastidisce dover tornare indietro per controllare quale fosse, specialmente sul Kindle che avanza e retrocede di una sola pagina per volta.
2) Stagioni.
Il passaggio dall’inverno alla primavera è associato al risveglio, a una vita nuova. L’estate che lascia il posto all’autunno preannuncia l’arrivo di un interludio nostalgico. Così come le condizioni meteorologiche, le stagioni richiamano colori, sapori ed emozioni particolari che gli scrittori sfruttano spesso e volentieri per rafforzare e coronare gli eventi.
Io sono meteoropatica al cento per cento, per cui questa tecnica ha molta presa su di me, aiuta la mia identificazione con il personaggio.
3) Tempo fantastico.
L’autore di storie fantasy e mondi distopici può inventarsi un calendario di sana pianta, accorciare i mesi di dieci giorni o moltiplicare le fasi lunari. In un ambiente post-guerra nucleare si possono contare gli anni ripartendo da zero, e una storia d’amore ambientata tra le rovine Maya potrebbe essere minacciata dalla fine del mondo che era stata prevista per il 2012.
Non sono amante del fantasy ma apprezzo lo sforzo di un autore che modella un universo temporale per renderlo perfetto per la sua storia.
4) Data reale.
Molti romanzi in uscita oggi sono ambientati proprio nel 2015, in un mondo verosimile che rispecchia fino al minimo dettaglio la vita reale, così come la conosciamo. Questi libri sono interessanti da leggere appena pubblicati, e vivranno in eterno come testimonianze della cultura nella nostra epoca.
Mi sono chiesta però se sia riduttivo legare una storia a una data esatta, se non sia invece meglio rimanere sul vago, per non rischiare che il romanzo diventi presto "fuori moda".
Meglio una data specifica o vaga?
Sapendo che mi ci sarebbe voluto molto tempo a scrivere NTS, quando ho preparato la linea temporale l’ho spostata in avanti di qualche mese, in modo che gli eventi accadessero a cavallo tra il 2014 e il 2015. Che ingenua! Credevo ancora ai manuali che promettono di scrivere un libro in 30 giorni. Avrei dovuto scegliere un arco temporale ben più realistico, magari il 2030, o giù di lì. Se la revisione procede di questo passo, quando NTS sarà pronto per la pubblicazione, sarà già un romanzo storico.
Ho pensato a come risolvere la questione del passare del tempo. Potrei eliminare qualsiasi riferimento al 2015. Per esempio, potrei tagliare ogni riferimento alle prossime Olimpiadi in Brasile, e anziché dire che un personaggio è nato nel 1990 dirò che ha venticinque anni.
In questo modo il lettore saprà comunque l'epoca dei fatti, grazie ai dettagli sulla tecnologia in uso, i modi di parlare, i mezzi e i tempi di trasporto, però il romanzo rimarrà attuale più a lungo.
Come al solito, anziché scervellarmi e rigirarmi tutta notte, vado a letto serena e lancio la patata bollente a voi che vivete nove ore nel futuro. Al mio risveglio spero che avrete risolto i miei dubbi, o le mie paranoie, dipende dal punto di vista. Cosa fareste al mio posto? Che tipo di soluzione usate di solito nei vostri racconti per esprimere il passare del tempo?