25.5.15

Come mangiare un cinghiale in cinque mosse




Prima di cominciare la revisione del mio romanzo, NTS, ero spaventata dalla mole di lavoro che mi attendeva, certo, mi immaginavo che fosse come mangiare un cinghiale intero con contorno di patate. Faticoso, certo, piacevole all'inizio e poi sempre più indigesto, ma fattibile, seppur col rischio di passare una notte insonne o infestata di incubi, rigirandosi nel letto con le mani sullo stomaco dolente.
Ora che sono passati vari mesi da quando ho cominciato la revisione di NTS, e mi sembra di essere ancora più indietro di quando ho cominciato, posso affermare con certezza che il cinghiale è vivo e vegeto. Non solo. È parecchio incazzato, e conta di mangiare me, per cena, abbuffandosi sui miei cosciotti con un bel sughetto al pomodoro.
L'unica arma che ho a mia disposizione contro la forza bruta e l'occhio iniettato di sangue del mio opponente è il raziocinio, per cui mi sono fatta una bella lista numerata delle cose da fare per riuscire a uccidere la bestia, sbudellarla e farla arrosto con contorno di polenta.


Step one:

- Scrivere la sinossi. Qual è il cuore della storia? Qual è l'anima della storia?
- Studiare la struttura a tre atti. Vuoi usare la tecnica della bomba a tempo?
- Definire la trama in dettaglio, con incipit, climax e finale, eventuale prologo ed epilogo.
- Definire il contratto con il lettore.
- Definire i personaggi in dettaglio, con foto, schede individuali e motivazioni di ognuno.
- Definire l'ambientazione della storia.


Step two:

- Chi è il narratore? Che tipo di focalizzazione usa?
- Chi è il narratario?
- Chi è il lettore ideale?
- Qual è il POV, o PDV, o punto di vista?


Step three:

- I dialoghi sono funzionali alla storia? Che tipo di virgolettatura è più adatta? Ogni personaggio mantiene un suo modo unico e caratteristico di parlare, anche nel discorso indiretto libero?
- Il ritmo regge? Leggi tutto ad alta voce. Il climax è forte?
- Le descrizioni sono appetitose ma non pesanti? Rappresentano tutti e cinque i sensi? Le figure retoriche sono utili e adatte?
- Controlla la grammatica e la punteggiatura: scelta dei tempi verbali, correttezza della coniugazione dei tempi verbali, apostrofi, accenti, espressioni dialettali.


Step four:

- I personaggi e la trama hanno coerenza interna?
- L'ineluttabilità degli eventi è ben dimostrata? I fatti si susseguono secondo la tecnica dei vasi comunicanti?
- Ogni capitolo contiene ostacoli e imprevisti? Termina con un cliffhanger


Step five:

- Manda le bozze ad almeno sei beta-reader.
- Cerca un editor o un agente.
- Ti vuoi auto-pubblicare
- Scegli il titolo e la copertina perfetti...

E voilà! Buon appetito!

18.5.15

QUESTIONE di CLIMAX

Anima di Carta ha recentemente postato 16 cose da sapere sul climax. Quel che più mi piace del suo blog è che Maria Teresa riesce a spiegare i concetti base della narrativa in modo semplice e innocuo; i suoi elenchi puntati e le sue riflessioni mi aiutano a interiorizzare nozioni che magari ho già letto sui manuali di scrittura, ma che non sono ancora in grado di applicare nella pratica quotidiana.

Per mesi la scritta SPANNUNG, sottolineata in rosso e seguita da vari punti esclamativi, ha continuato a guardarmi dalla mia lista di cose da fare, fissandomi con sguardo minaccioso e il dito puntato. Rileggendo la prima stesura del mio romanzo, NTS, ho notato che il climax è debole, perché manca la spannung, cioè la tensione narrativa che cresce lungo il corso della storia fino a culminare nella resa dei conti. Ammettere di avere un problema è il primo passo per risolverlo, ma non avevo idea di come farlo. L’articolo di Maria Teresa mi ha dato la chiave per affrontare la questione del climax, guidandomi punto per punto. Non per niente, lei è la prima della classe; è quella bella e brava, che però non se la tira e ti passa i compiti da copiare. Grazie!

Come si raggiunge il climax?

(Chissà come i motori di ricerca interpreteranno questo titolo... mi manderanno la pubblicità del Foria?)


1. Il climax in una storia è un momento di azione e intensità, un evento cardine intorno al quale ruota il resto, il punto di convergenza degli elementi della storia stessa, il momento in cui le forze che abbiamo introdotto nell'inizio e messo in gioco nel corso dello sviluppo si incontrano-scontrano. Siamo alla resa dei conti.

Lo scrittore senza esperienza tende ad avere fretta di dare al lettore le risposte che cerca. I personaggi si svelano troppo presto, per paura di perdere d’intensità. La trama corre verso il traguardo. Ne risulta un climax precoce, seguito da una coda di storia senza sapore né ragione d’essere. Dobbiamo imparare a trattenere l’entusiasmo e alzare la tensione per gradi, frustrando il lettore (oltre che noi stessi) cosicché non potrà smettere di voltare pagina.

2.  Se questa parte della storia non ha niente a che vedere con questi elementi ma ne utilizza altri (magari appena introdotti o estranei alla vicenda principale), la storia perde di senso. Il climax è connesso con l'asse portante della trama.

Il protagonista deve essere parte integrante del climax. Nel mio romanzo, tutti i personaggi secondari sono catalizzatori del cambiamento della protagonista, che è trascinata in un nuovo mondo e costretta a vedere le cose da una diversa prospettiva. Al momento della resa dei conti, dovrà invece essere lei a prendere in mano le redini della storia; non potrà rimanere passiva e in secondo piano mentre tutti gli altri risolvono i vari conflitti.

3. Ci possono essere più climax, per esempio in relazione a vari personaggi, subplot, situazioni o anche in relazione allo stesso protagonista, ma uno solo è quello intorno a cui deve ruotare tutto, e deve distinguersi: c'è una sola vera scena madre e si deve notare.

Questa scena madre deve essere forte, ovvia, ben definita. Deve per forza succedere qualcosa, esternamente o internamente, che rappresenta la somma dei piccoli cambiamenti che abbiamo seminato lungo il corso degli eventi. Basta pensare a quando, finito un libro, lo chiudiamo e restiamo a guardarlo pensando: “E quindi?” 
Nel contratto col lettore che stipuliamo a inizio storia, gli chiediamo di prestarci attenzione in cambio della promessa di arrivare al punto, alla fine. Non possiamo deluderlo.

4. Spesso nel climax il protagonista si trova davanti a una scelta fondamentale o a una grande sfida. Questo è il momento in cui dimostra di che pasta è fatto. Può uscirne vincitore o perdente, ma deve aver fatto del suo meglio perché le sorti gli stavano a cuore.

Non è così facile se la protagonista, come la mia, è vittima passiva degli eventi. L’eroe che desidera ardentemente qualcosa arriva ad averlo tra le mani dopo varie peripezie, ma l’eroe per caso che voleva solo essere lasciato in pace, come potrà dimostrare di che pasta è fatto? La soluzione in questo caso sta nell'allineare gli indizi giusti lungo il percorso, facendo intuire al lettore un cambiamento interiore in corso d’opera che darà coerenza interna al personaggio e ne giustificherà la decisione finale.

8. Il climax si può svolgere nell'arco di una o più scene e va necessariamente drammatizzato, non può essere raccontato. Qui è quanto mai valido il concetto di mostrare e non raccontare. Sono pessimi quei climax che si consumano in pochi paragrafi posteriori all'accaduto: il lettore va portato dentro la scena, vuole vedere che sta accadendo. Se non ora, quando?!

Per mostrare un cambiamento esteriore è sufficiente descriverlo, ma come si fa a mostrare un'evoluzione interiore? Sarebbe molto più facile raccontarlo. Una soluzione potrebbe essere creare scene ad hoc per sottolineare piccoli cambiamenti nel comportamento dei personaggi che stanno maturando, mostrando la metamorfosi senza nominarla esplicitamente. Il rischio, in questo caso, è di creare scene che annoiano perché sembrano non fondamentali al proseguimento della trama.

11) Nei romanzi di genere non si scappa, il climax è in un certo senso determinato dalla tipologia della storia. In un giallo c'è la scoperta dell'assassino o di un mistero, in un thriller di solito il protagonista è in pericolo di vita, in una storia d'amore c'è il confronto, la rappacificazione o l'addio con la persona amata, e così via.

E nei romanzi non di genere? Come lettrice, io non amo alcun genere, preferisco il mainstream, o il crossover tra generi. NTS è un romanzo non di genere, e purtroppo non esistono direttive sulla costruzione del climax. Credo che sarebbe più facile poter seguire delle linee guida. Volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, la mancanza di specificazioni lascia più spazio all’originalità e, se ben fatto, il climax potrà lasciare il lettore a bocca aperta.

13) La sfida del climax comporta sempre un prezzo da pagare per i personaggi. Si potrebbe dire simbolicamente che hanno attraversato un cerchio di fuoco e come minimo ne sono usciti un po' bruciacchiati. A volte si tratta di effetti collaterali più o meno gravi.

Per me che non ho esperienza, è difficile maltrattare i personaggi. Ci sono affezionata, li voglio proteggere, vorrei che nelle loro vite andasse sempre tutto bene. La mia storia non ha un “cattivo”, un anti-eroe, nella prima stesura tutti erano sempre ubriachi e satolli, pieni di gioia di vivere. Almeno nella fiction, sarebbe bello che esistesse un mondo senza conflitti. Ma nessuno vorrebbe leggerlo, perché sarebbe tremendamente noioso.




L'angolo del follower


Come raggiungete il climax? Che espedienti usate per mostrare il cambiamento, aumentare gradatamente la tensione e raggiungere il culmine lasciando il lettore a bocca aperta? Avete già ordinato il Foria?



10.5.15

LO SCRITTORE OSSESSIVO COMPULSIVO




Stamattina il buon Neil è entrato nel mio studio e ha esclamato: “You are so OCD*!”.
*Obsessive Compulsive Disorder

Ossessiva Compulsiva? Io? Impossibile, non mi sono forse sempre vantata di essere il ritratto sputato del caos cosmico?
Invece, a guardarci bene, è vero! Il mio studio è a prova di distrazioni. Tutto l’occorrente è a portata di mano, tutto il superfluo è lasciato fuori dalla porta, i gesti e gli orari si ripetono metodicamente, senza ammettere eccezioni.

Vediamo insieme gli elementi fondamentali di una sessione di scrittura ossessivo-compulsiva:

1. Computer attrezzato di programma di scrittura. Io uso Scrivener e mi trovo molto bene, ma ci sono tanti programmi disponibili su internet, sia gratuiti sia a pagamento. Anche il buon vecchio Word è più che sufficiente a mettere i nostri pensieri nero su bianco.

2. Telefono disconnesso. Prima di cominciare a scrivere, metto il telefono in flight mode per non ricevere chiamate, messaggi, notifiche o e-mail. 

3. Dizionari. Sulla pagina di Chrome ho una cartella coi link che apro all’inizio di ogni sessione di scrittura:
- il dizionario inglese/italiano (purtroppo ci sono ancora molte parole italiane che non mi vengono in mente e devo tradurre dall'inglese).
Altri siti che apro spesso sono l'Accademia della Crusca (per i dubbi grammaticali e sintattici) e Google translate (alcuni personaggi del mio romanzo non sono italiani).

4. Manoscritto stampato, diviso per capitoli, con le correzioni alla prima stesura scritte in diversi colori. Ho scelto un’interlinea doppia e un ampio margine per annotare più facilmente i refusi (in rosso), le parti da tagliare o modificare (in verde) e i dettagli da aggiungere o da approfondire (in blu). Per la cronaca: uso ancora la BIC a quattro colori, come quando ero alle elementari.



5. Kindle. Grazie al mio amato e-reader ho un’intera biblioteca nel palmo della mano. Posso consultare manuali di scrittura, classifiche di vendita e i miei romanzi preferiti, che uso come fonte d’ispirazione.

6. Accessori. Post-it colorati, evidenziatori, quaderni per gli appunti, diario, cassetti stracolmi di cancelleria, Kleenex per le scene drammatiche, bottiglia d’acqua, cisterna di caffè (al mattino) o tisana al finocchio (alla sera) e soprattutto… niente cibo in vista (altrimenti a quest’ora sarei già 200 chili).

7. Lavagna di sughero con le foto dei personaggi principali, selezionate tra i ritratti pescati online e salvati nella cartella Portrait sul mio account di Pinterest. Le foto mi aiutano a descrivere i personaggi e a identificarmi con loro, e sono anche un ottimo stratagemma per avere poster di belloni mezzi nudi appesi al muro senza destare sospetti.
Oltre alle foto è utile tenere sott’occhio la linea temporale del romanzo, che nel mio caso raccoglie le date, i climi e i fusi orari di ogni evento e di ogni spostamento all'interno della trama. 

8. Angolo motivazionale. Senza rendermene conto, mese dopo mese ho creato uno spazio privato, simbolico, carico di messaggi emotivi che mi diano la carica ogni volta che ne ho bisogno. Di fianco alla porta, e visibile da ogni punto della stanza, c’è uno specchio. L’ho decorato con un narciso giallo, simbolo della lotta contro il cancro, per ricordarmi delle persone care che ho perso, di quelle che stanno combattendo, e di quante persone là fuori farebbero volentieri a cambio con i miei problemi.


















Sullo specchio ho anche appeso il cuscino che mi è stato spedito in regalo dall’Italia, e che recita "Punta sempre alla luna. Male che vada avrai camminato tra le stelle”.
Infine, ho decorato lo specchio coi pennarelli al neon, in un giorno di pioggia in cui mi sentivo schiacciata dai dubbi. Ora, ogni volta che mi vedo riflessa, all’altezza della mia fronte vedo la scritta PENSA, sulla bocca SORRIDI, sul cuore AMA, all’altezza del diaframma RESPIRA e sulle gambe PROCEDI. Partendo dall’alto verso il basso, mi basta seguire queste semplici indicazioni per sentirmi subito meglio.

9. Stampante, nuova di pacca, comprata dopo mesi di ricerche online. Non c’è dubbio, è un ottimo ausilio per chi scrive. È una spesa notevole, specialmente per la versione laser. Io alla fine ho ripiegato su una ink-jet molto economica, ma per l’uso che ne faccio penso sia sufficiente. Attenzione a non cadere nella trappola delle stampanti a prezzi stracciati: le cartucce d’inchiostro compatibili possono costare una follia.

10. Amici di blog. Sempre presenti, sempre disponibili, confrontarmi con gli altri blogger si è rivelata una risorsa irrinunciabile per la mia scrittura. Approfitto di loro spesso e volentieri, per risolvere questioni di scrittura e anche per due risate tra amici. Grazie di esserci!

L'angolo del follower


E voi? Come organizzate le vostre sessioni di scrittura? Anche voi siete ossessivo-compulsivi?