Domenica scorsa sono andata al Vancouver Writer's Festival con la fantastica Sabrina Miso.
Abbiamo vagato per Granville Island, piccolo gioiello chiuso al traffico nel cuore di Vancouver, famoso per i negozi d'arte e il mercato coperto con le bancarelle di frutta e verdura, carni scelte e altre chiccherie organiche. I padiglioni del Festival, durato cinque giorni, erano sparsi per tutta l'isola e l'evento che abbiamo scelto era intitolato The raw material.
Tre scrittrici di romanzi storici hanno letto un brano delle loro opere poi hanno risposto a domande relative al processo di ricerca e studio del materiale.
Burial Rites, debutto letterario dell'australiana Hannah Kent, è stato tradotto in venti lingue e diventerà un film hollywoodiano interpretato da Jennifer Lawrence. L'autrice ha passato un anno in Islanda quando aveva 17 anni ed è rimasta impressionata dalla storia di Agnes, una giovane donna del luogo, accusata di stregoneria e giustiziata nel 1829. Hannah ha fatto ricerca per un anno prima di scrivere la storia, dal punto di vista della vittima, e ha parlato di come a volte le sia parso di poter sentire il fantasma di Agnes scrivere attraverso le sue dita.
Beth Powning scrive romanzi ambientati nel diciassettesimo secolo, tra America e Inghilterra. Per immedesimarsi nelle scene ha detto di andare sul posto, fisicamente, e di visualizzarsi nel passato, con i suoni e i profumi di allora.
Sara Tilley ha scritto una saga pluri-generazionale ambientata in Alaska e basata sulla sua famiglia reale, dopo aver scoperto una montagna di documenti e lettere appartenente ai suoi predecessori. Oltre a scrivere, lei è appassionata di teatro e crea maschere di creta usando una tecnica particolare, che richiede di plasmarle e colorarle a occhi chiusi. In questo modo dice di riuscire a esteriorizzare il carattere del personaggio a cui appartiene il volto. Per scrivere Duke, Sara ha plasmato una maschera corrispettiva al proprio bisnonno. Per identificarsi con lui, e riuscire a scrivere dalla sua prospettiva, cercava di mettersi (letteralmente) nei suoi panni, indossando la maschera e scrivendo col pennarello quel che si sentiva sopra fogli con cui aveva ricoperto il pavimento.
Subito mi è sembrata un'idea un po' esagerata, però poi ho pensato, tentar non nuoce, senza stare a comprare la creta, ovviamente, mica siamo in un film con Patrick Swayze, ma con trucco e parrucco magari mi arriva l'ispirazione e l'anno prossimo mi chiama Jennifer Lawrence...
Non ci è saltato fuori nulla, veramente; non ho scritto una parola, ho traumatizzato l'uomo che viene a consegnarmi la legna, e ho finito per farmi i selfie in stile Halloween. (In altre parole, ieri non ho fatto un cazzo, ma mi sono divertita!)
Ovviamente, se deciderete di tentare l'esperimento della creta, postate le foto! (Ancora meglio, postate il video!)