18.9.14

I sette pilastri dello scrittore di successo



covey




Questo post si ispira alle teorie contenute nel manuale The seven habits of highly effective people (1989) di S.R. Covey, tradotto in italiano col nome I sette pilastri del successo e recentemente ripubblicato col nome Le sette regole per avere successo.







Come è nata l'idea di questo post


Ai tempi dell'Università di Psicologia facevo parte di quella categoria di giovani intellettualoidi che ridicolizza i manuali di auto aiuto "all'Americana", libri riduttivi e semplicistici che pretendono di curare qualsiasi patologia con una semplice lista di luoghi comuni e regole di buon senso. 
Però, Paese che vai, usanze che trovi, e un giorno sul mio tavolino da caffè comparve il pesante tomo dei Sette pilastri. Il ragazzo che lo leggeva stava vivendo sul mio divano da sei mesi, dopo aver perso il lavoro, la fidanzata, e l'autostima. Passava le giornate a fumare e dormire. Magicamente, nel giro di poche settimane, si trovò un lavoro da promotore finanziario, un appartamento a Vancouver, e un sorriso brillante. In eredità mi rimasero due paia di calze spaiate e il manuale che mi accingo a presentarvi.

L'idea dietro i sette pilastri del successo


Nel 1989, a chi gli chiedeva come avesse avuto l'idea per il best seller con più di 15 milioni di copie vendute che è alla base della Frankley Covey Foundation (da cui derivano i corsi di business management oggi offerti nelle aziende di tutti il mondo), Stephen R. Covey spiegava di non aver inventato nulla, ma di essersi limitato a raggruppare le idee alla base delle filosofie, delle religioni e del senso comune. Le aveva sperimentate su se stesso e sulla sua numerosa famiglia, poi le aveva spiegate con parole semplici e accessibili. Qualche anno fa Covey è deceduto, lasciando dietro di sé migliaia di adepti, milioni di dollari, decine di nipoti e sette verità valide per chiunque.

I sette pilastri del successo, visti attraverso l'occhio dello scrittore


Di seguito elenco le sette regole divise per aree e focalizzandomi sulla loro validità per chi si applica alla professione di scrittore. Le opinioni e i consigli che seguono sono miei personali, NON sono contenuti nel manuale di Covey, anche se ad essi si ispirano.


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Area personale o dell'Indipendenza

Pilastro 1: Be proactive / Essere proattivi.

Anziché reagire all'ambiente circostante, dovremmo cercare di controllare le situazioni in cui ci troviamo, usando la forza di volontà e favorendo gli accadimenti che ci auguriamo. Come scrittori, dunque, dovremo imparare a programmare le giornate in modo da avere il tempo e la tranquillità necessari alla scrittura anziché lasciare che gli impegni e i bisogni degli altri diventino una scusa per non mettersi alla scrivania.

Pilastro 2: Begin with the end in mind / Partire pensando alla fine.

Per raggiungere il massimo dell'efficienza nelle nostre azioni è importante concentrarsi sul risultato desiderato e impegnarsi nelle attività che contribuiscono a raggiungere quello scopo. Come scrittori, dovremo perciò prefiggirci un obiettivo preciso, per esempio: "desidero vedere pubblicato il libro che ho in mente di scrivere entro il 2016", e impegnarci nelle attività che porteranno al raggiungimento dello scopo (cioè: scrivere, scrivere, scrivere).

Pilastro 3: Put first things first / Dare precedenza alle priorità.

La decisione della mente diventa azione fisica, reale. Se la scrittura non è più una passione, ma è la nostra priorità, allora lo scrivere è necessario alla realizzazione personale. Di conseguenza, non costerà troppa fatica rinunciare a un lavoro, uno status sociale o qualsiasi altra condizione che non ci permette di diventare chi veramente siamo. 
Se guardo alla mia vita, ho ottenuto sempre e solo ciò che ero sicura di volere, ciò che sentivo proprio mio, ciò a cui ero inesplicabilmente attratta: viaggiare, per esempio. A chi mi chiede come riesco a dormire la notte sapendo che la mia famiglia è lontana e in qualsiasi momento potrebbe aver bisogno di me, rispondo che spesso non dormo, la notte, per questo motivo. Ma l'insonnia è un sacrificio ben minore di quel che sarebbe vivere una vita che non fa per me, rinchiusa, limitata. 
Se lo scrittore sente che scrivere è ciò che deve fare, che lo metta al primo posto d'ora in poi, sacrificando anche la famiglia e i viaggi.


Area interpersonale o dell'Interdipendenza

Anche se otteniamo la massima evoluzione come individui non raggiungeremo mai i livelli di successo che potremo ottenere se accettiamo di aver bisogno degli altri. L'interdipendenza è il gradino successivo all'indipendenza.

Pilastro 4: Think WIN-WIN / La filosofia WIN - WIN.

Delle quattro combinazioni possibili (io vinco, tu perdi; vinci tu, perdo io; tu perdi, io perdo; vinco io, vinci tu) l'unica che porterà al successo è la filosofia WIN - WIN (vinco io, vinci tu). La comune credenza occidentale è che solo se tu perdi io possa emergere vincitore. La competizione aziendale, il capitalismo, il rapporto uomo-Natura ne sono esempi eclatanti. Parlerò più approfonditamente di questi temi prossimamente, per ora mi concentrerò sull'apporto di questa filosofia nella vita dello scrittore. 
Prendiamo l'esempio fittizio della Gentile Sig.ra Culetto Rosa, che ha appena pubblicato un romanzo diventato best seller. La mia reazione istintiva potrebbe essere di provare invidia per Rosa, questa sfrontata vergognosa senza talento che si sarà sicuramente gettata tra le braccia di qualche famoso editore per arrivare sul podio. Oppure potrei leggere il libro, apprezzare gli anni di sforzi spesi da Rosa per realizzare il suo sogno, gioire del fatto che nonostante ci siano cinque scrittori per ogni lettore in Italia ci sia ancora spazio per gli autori emergenti, e scrivere un paio di righe o un guest post sul blog di Rosa per farle sapere che anch'io, come lei, punto in alto. Quale di questi due pensieri ha più probabilità di portarmi al successo? (Il secondo, se non s'era capito…)

Pilastro 5: Seek first to understand, then to be understood / Cerca prima di capire, poi di essere capito.

Solo se avremo ben chiaro cosa vogliamo dire con la nostra scrittura, perché scriviamo e per chi scriviamo potremo spiegarci bene, trasmettere le emozioni che desideriamo, giungere a conclusioni sensate. C'è chi preferisce programmare trama e intreccio dei personaggi prima di cominciare a scrivere, c'è chi lo fa strada facendo. L'importante è farlo, o il lettore non ci capirà e non sentirà ciò che vogliamo trasmettere.

Pilastro 6: Synergize / Lavorare in sinergia.

L'abitudine alla cooperazione creativa è alla base del blogging. Quando ho cominciato a seguire i blog sulla scrittura creativa ho scoperto una community di scrittori che condividono idee, consigli, meme, si motivano, si influenzano e si seguono a vicenda. Nei giorni di pagine vuote e senza Musa, questa compagnia è diventata per me insostituibile. Per questo motivo ho deciso di aprire il de agostibus, e ne approfitto per ringraziare i followers e i visitatori dell'inaspettato supporto.

Pilastro 7: Sharpen the saw / Affilare la propria lama.

Mai sedersi, mai gongolarsi, mai credersi arrivati, mai darsi per vinti. Puntiamo sempre a migliorarci, a dare il massimo, a fare di più. Ricordiamoci anche (aggiungo io) di darci una pacca sulle spalle, ogni tanto. Ci vuole tanto coraggio per trasformare un sogno in un obiettivo.


Spero di aver stimolato la vostra voglia di successo, cosa ne pensate di questi consigli? Li sentite vostri? Quale vi rappresenta di più, e quale non seguireste?
I vostri commenti sono sempre ben graditi.

Buone parole a tutti!


13 commenti:

  1. Serve una buona dose di volontà e un certo grado di auto-qualcosa (auto-coscienza, auto-stima, auto-analisi, ...) per applicare i 7 consigli. Però sono ragionevoli: il risultato forse non sarà garantito ma sono certo che si viva meglio seguendoli :)

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    1. Mi piace l'idea dell'auto-qualcosa, è quel "non so che" che si respira intorno alle persone consapevoli e realizzate. Il risultato non è garantito per nessuno, non si può mai sapere quando la vita si metterà in mezzo.

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  2. Ma sai che anch'io, all'inizio del post ero un po' prevenuta rispetto a questi "metodi americani" e invece arrivata alla fine della lettura mi ci riconosco parecchio. Mi sembrano anche pieni di buon senso.

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    1. L'autore è anche molto interessante come persona e ha speso molto tempo ad accordare bene i suoi pensieri prima di suonarli al pubblico. Altri manuali invece sono scritti a scopo commerciale e fanno venire la pelle d'oca, andrebbero bene alla fiera delle banalità.

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  3. Avevo già il libro in lista desideri e il tuo post mi ha stuzzicata. A me l'approccio all'americana piace molto, anche se all'inizio ero prevenuta (è successo a tanti, credo). Il modo in cui vengono espressi i concetti fa talvolta sorridere per l'apparente ingenuità, ma resta il fatto che questi testi aiutano. Mi piace in particolare l'idea che creando connessioni esistano vantaggi per tutti, non solo in termini materiali ma anche di evoluzione personale. Spero sempre che il "mors tua, vita mea" perda terreno.

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    1. Il libro è appena stato pubblicato con un nuovo nome, chissà se hanno fatto modifiche al contenuto, se lo leggerai facci sapere. I vantaggi delle connessioni e l'importanza dell'interdipendenza sono stati gli insegnamenti più importanti che ho estrapolato dal testo, credevo di potercela fare da sola, quanto mi sbagliavo.

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  4. I manuali di auto aiuto mi hanno fornito un supporto validissimo in anni alquanto bui, ma credo che se ne debba fare un utilizzo moderato, altrimenti non servono a nulla. Prima ancora di leggerli, occorre definire il proprio obiettivo, quali risultati pratici si vorrebbero ottenere con la lettura di questo libro. E poi vanno studiati nel dettaglio. Il blog di auto aiuto www.efficacemente.com, che seguo da anni e sul quale ho trovato numerosi spunti, suggerisce di non leggerne più di due all’anno. Divorarli non serve a nulla, l’importante è capirli!
    Tornando a questi punti, li ho trovati molto interessanti. Alcuni di essi li sto già mettendo in pratica. Ad esempio, ho definito la “scadenza” entro cui vorrei che il mio libro fosse pronto ed altri parametri di riferimento. La sinergia mi viene spontanea: sono una persona socievole per natura. Legarmi agli altri per me non è strumentale, ma qualcosa che mi dà gioia.
    L’unico principio che non condivido completamente è che si debba “rinunciare a tutto” per scrivere: forse ho malinteso, ma mi sembra un po’ estremo. Certo: se si vuole dare priorità alla scrittura occorre fare qualche sacrificio. Io stessa ho tagliato fuori dalla mia vita altre cose. Però credo che una persona di successo sia quella che riesce ad integrare quanto è importante per lui. Altrimenti, si avrà sempre una personalità mutilata :)

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    1. Le tue riflessioni sono molto interessanti. L'idea di non leggere più di due manuali all'anno è molto buona, non si può focalizzarsi allo stesso tempo su troppi modi di vivere e di pensare, meglio pochi consigli ma ben azzeccati. Si evitano così contraddizioni e spreco d'energie.
      L'idea che non si debba rinunciare a tutto per scrivere mi fa venire in mente il caso "Fred Vargas", scrittrice francese che durante l'anno fa tutt'altro ed ogni estate sforna un best seller come se niente fosse. Se è vero, beata lei! Però fatico a crederci.

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  5. Sono d'accordo con Chiara sul "rinunciare a tutto" per scrivere. Impegnarsi è importante, proporzionare gli sforzi agli obiettivi anche, ma senza perdere di vista l'equilibrio. Tante cose nella vita possono cambiare, inclusi... noi stessi! Sarebbe triste rendersi conto dopo anni di avere puntato tutto su di un solo cavallo e di avere perso. Sono convinta che molti grandi artisti lo abbiano fatto, con esiti positivi o negativi, talvolta postumi; io però non mi sento quel tipo di persona.

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    1. Una parte di me è d'accordo con le tue riflessioni, se fossi destinata ad essere il genio incompreso sarebbe già successo, per cui manterrò l'equilibrio tra la scrittura e "la vita reale". C'è ancora però una parte di me che sogna la fredda soffitta con lo scrittore a lume di candela, il capolavoro che diventa famoso tramite il passaparola anche se l'autore non intendeva pubblicizzarlo... non voglio rinunciare del tutto al sogno romantico che una passione possa capovolgere completamente l'esistenza.

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    2. E fai bene! Perché può succedere, non è mica un miraggio senza senso.

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    3. MI avete fatto venire in mente la teoria dell'arancia. Ci scriverò presto un post ;)

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    4. Non conosco la teoria dell'arancia, ma mi è venuta fame. Non vedo l'ora di saperne di più! Aggiungi qui il link se ti va quando la pubblichi.

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