14.3.16

Indietro non si torna,

Nemmeno per prendere la rincorsa


È fatto noto e assodato che quando l'uomo giusto ti invita finalmente a cena sia utile zoccolare un po' in giro prima di presentarsi all'appuntamento, uscire con qualche sbavino che ti dia una botta di autostima, così da evitare di arrivare al fatidico incontro piena d'ansia e coperta di ruggine. "Così ti levi le ragnatele", si dice in gergo, ma non credo che la crusca approverebbe.


Oggi sono due mesi che non zampetto sulla tastiera, sessanta giorni che non passo del tempo coi miei personaggi. Se ne stanno lì, ibernati nel cervelletto, in attesa di conoscere il loro destino. Prima di andarli a trovare, ho pensato di passare da voi, così rimetto in moto le sinapsi in un ambiente accogliente e protetto e non arrivo impreparata al... climax.


Scrivere il finale del romanzo


Partire dalla fine non è tipico, né semplice. Eppure devo farlo, non ho scelta. Il romanzo è in sospeso proprio sulla scena clou, in cui ogni filo della trama è sbrogliato e ogni personaggio trova la sua risoluzione. Vi ci porto.

La protagonista e il suo principe azzurro sono ospiti in una sfarzosa villa immersa in un paradiso tropicale. Se ne stanno accoccolati sul divano a imboccarsi frutta fresca e godersi il fresco della sera mentre leggono il diario segreto del personaggio misterioso le cui azioni hanno causato l'intero patatrac da cui deriva la storia. Pagina dopo pagina, il lettore capisce tutto quel che è successo, com'è successo, perché è successo. 

Da una parte, la tensione sale perché il lettore mette insieme i pezzi della trama e arriva perfino a indovinare quel che i personaggi ancora non sanno.
Dall'altra, la tensione sale perché la protagonista deve scegliere tra l'amore e la libertà (in senso lato, non è che finisce in galera o qualcosa del genere).

Devo scrivere tre o quattro capitoli, non di più, per completare il climax, e devono essere perfetti. Ogni informazione deve essere data al momento giusto e il ritmo deve crescere ad ogni scambio di battute. Tutto si basa sull'alternanza tra la coppietta sul divano e le pagine del diario segreto.


I requisiti per un climax efficace


Vediamo insieme i requisiti per un climax efficace, proposti da Nancy Kress e riassunti qui da Anima di Carta:

  • Il climax deve confermare la visione del mondo implicita nella storia (deve essere una dimostrazione della premise)
Dimostrare la premise è facile, se la fase di programmazione è stata ben fatta e il romanzo è stato scritto tenendola bene a mente. Io nella prima stesura non avevo ben chiaro dove volevo andare e ho finito per dover riscrivere tutto daccapo. Adesso però fila tutto liscio e so dove sto andando, quindi non dovrei aver problemi ad arrivarci. 
  • Il climax deve suscitare emozione (pena la delusione del lettore)
Suscitare emozione è già più complicato, non perché la trama non sia mozzafiato, ma questa alternanza di passato (il diario) e presente (la coppietta sul divano) va ritmata alla perfezione per permettere al lettore di non svegliarsi dal sogno narrativo.
  • Il climax deve creare un'intensità emotiva adeguata al resto della storia (non si può iniziare con un dramma e concludere con un litigio pacato, e viceversa)
L'intensità emotiva della coppietta sul divano è adeguata al resto della storia, ma il diario ha tutto un altro tono. Il diario non è stato scritto per un pubblico, è una sorta di testamento morale, per cui ci sono parti lente e riflessive, e anche punti di raccordo per nulla emotivi che spiegano i passaggi da una fase all'altra della vita (e che sono necessari per capire l'evoluzione del personaggio).
  • Il climax deve essere la conseguenza logica dell'intreccio e della storia (deve essere in linea con le azioni e il carattere dei personaggi)
Una certa logica c'è, ma non è certo universalmente condivisibile. Il finale che vorrei riuscire a scrivere lascerà molte bocche corrucciate, in un primo momento. Vorrei che fosse uno di quei finali che come prima reazione ti fanno venire voglia di mettere via il libro e non guardarlo mai più, e che poi ti torna in mente alle quattro di notte e ti tiene sveglio perché ne realizzi l'implicita genialità. Mi è successo stanotte, per inciso, dopo aver visto l'acutissimo film Ex Machina (2015).


Tre tipi di promessa intellettuale


Sempre Nancy Kress distingue tre tipi di promessa intellettuale impliciti in ogni storia:

- Leggi questo e vedrai il mondo da una prospettiva diversa.

- Leggi questo e vedrai confermato quel che già vuoi credere riguardo al mondo.

- Leggi questo e imparerai di un mondo diverso, più interessante di questo.

Nel mio caso, vorrei che il lettore chiudesse il mio romanzo con una nuova luce negli occhi, magari non contento di quel che comporta, perché vedrà distrutte le sue credenze sul mondo, ma illuminato da una nuova consapevolezza che ne guiderà i passi per il resto della vita. Aspettative minime per il primo romanzo, non ancora finito, di un'aspirante scrittrice che non sta manco scrivendo e che si ricorda a malapena l'italiano, no? Eppure l'unico modo per farcela è credere di potercela fare, per cui riparto da zero, coi miei sogni tra le dita.


martin luther king


41 commenti:

  1. Sei pronta per diventare un'ottima cuoca... se riesci a star dietro alle ricette di quella Nancy ecc. per un romanzo, figurarsi preparare un pollo arrosto! :-)

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    1. Grazie Guido, così ho un piano B in caso le cose non vadano per il verso giusto coi miei personaggi!

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  2. Ehi, bentornata :)
    Tre o quattro capitoli sono tanti, ancora. Significa che, grossomodo, il romanzo ne cuba una quarantina scarsa. Ma che, davero davero?
    Ti butto là un'alternativa: e se chiudessi lì il romanzo? L'eroina fa la sua scelta e bum: finito. Poi ti fai una bella postilla, con il diario, tipo Tolkien: leggendo al di là della storia si capisce tutto fino in fondo.
    Oppure: sei sicura che il diario vada esplicitato?
    Tutto questo per dire: io non sarei capace di scrivere un finale così... :)

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    1. Pensavo le stesse cose. No, forse solo le prime due. Quindi: - bentornata Lisa ^_^
      - sicura di aver bisogno di 4 capitoli conclusivi? Se provassi con due?

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    2. Sentiti pure libera di mandarmi a quel paese. :D :*

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    3. @Michele: a forza di aggiungere strati narrativi e strati di significato alla storia è diventata un polpettone stile telenovela. Sicuramente troppo difficile come prima esperienza da scrittrice, eppure adesso non saprei come tornare indietro. I personaggi si ribellano a ogni variazione di programma.

      L'idea della postilla è ottima ma senza diario mi calerebbe la tensione nel romanzo. Per capirci in codice, lo scopo del diario è simile a quello dei monologhi di Renata.

      I capitoli al momento sono quarantacinque, in media di 1000-1200 parole. DIci che non va bene averne tre o quattro per il climax e il finale?

      PS: certo che saresti capace di scrivere un finale così, io ci conto, perché probabilmente finirai per scriverlo tu per me! :D

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    4. @Monica: bentrovata.

      Forse dovrei dire scene anziché capitoli, visto che sono di 1000-1200 parole l'uno. Non saprei come chiuder su baracca e burattini in sole 2000 parole, diventerebbe tipo la radiocronaca di una partita di calcio.

      "Lei gli prende la mano, lui gliela bacia, lei avanza guardinga, lui fa un crossing e la stende sul divano. GOAL!!!!" :D

      Non ti manderei mai a quel paese (pubblicamente). :**

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    5. Se la lunghezza è quella, allora va bene. Secondo i guru dello storytelling, il climax inizia al 90% della storia e scioglie i nodi a quota 95%. Nel tuo caso: quattro/cinque capitoli per finire il romanzo, di cui due/tre per il climax :)

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    6. Meno male, grazie guru!

      Mi spieghi però perché quaranta capitoli ti fan dire "davero davero"? Son pochi?

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    7. Son tanti :)
      Per me, che di solito viaggio a 30 pagine/capitolo, farebbero 1200 pagine!

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    8. Ah! Sarebbe davvero troppo lungo da digerire!

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  3. Prima di tutto bentornata e grazie per la citazione!
    Non vorrei fare l'avvocato del diavolo, soprattutto perché ci hai detto così poco della storia che magari parlo a sproposito, ma... il climax qual è? Non è che le difficoltà nascono proprio dal fatto che servirebbe un confronto più forte di due che leggono un diario?
    Come ha già detto Monica... sentiti pure libera di mandarmi a quel paese!

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    1. Grazie e prego!

      La tua domanda non mi era mai balenata, ma è un'ottima osservazione.
      Forse la difficoltà sta nel creare tensione partendo da un divano, sarebbe più facile scrivere di un bell'inseguimento. Eppure il libro non è di quel tipo e il climax può essere anche emotivo. Sto pensando all'ultimo libro che ho letto, "L'amante giapponese" di Isabel Allende.
      PICCOLO SPOILER ALERT.
      Il climax è l'eredità di un plico di lettere da parte di una persona che non si aspettava tale gesto.
      Se la carica emotiva è giusta, anche un divano può fare da climax. Il più è creare tale tensione!

      Non ti mando a quel paese, anzi, sono proprio questi gli spunti di cui ho bisogno in questo momento.

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  4. Bentornata Lisa! Ti si aspettava. Spero ti sia sgranchita le dita con noi e via, adesso: sotto!

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    1. Già il fatto che tu riesca a postare sul mio blog è un buon segno! :D

      Forse le stelle sono in congiunzione favorevole e stavolta "gla cavom".
      ("ce la facciamo" in dialetto reggiano, nda).

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  5. Questi climax molto emotivi e "interni" ai personaggi sono molto difficili da scrivere, quindi ci credo che hai avuto difficoltà, ma ce la puoi fare. Insomma è molto più facile creare tensione con i personaggi persi in una tormenta di neve che non comodamente seduti sul divano! Il trucco, comunque resta uno soltanto: scrivere, una parola alla volta, fino alla fine. Piuttosto poi buttare e riscrivere.
    Quindi buona scrittura!

    PS: io il finale di ex machina l'ho trovato un po' prevedibile e già visto, però...

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    1. Grazie, scrivere una parola alla volta richiede avere idee chiare quindi prima dovrò spolverare la trama, forse dovrei rileggere tutto per la decimillionesima volta... sigh.

      Davvero il finale è scontato? Wow, io sono rimasta di stucco. Non è il mio tipo di film, quindi magari da neofita non me l'aspettavo...

      SPOILER ALERT

      Secondo te, quell'ultimo sguardo che lei lancia verso di lui mentre si chiude l'ascensore, cosa significa? Si rende conto delle conseguenze delle sue azioni?

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    2. Non credo abbia una risposta univoca. Lei dopo tutto conosceva solo due esseri umani, possibile che un po' le spiaccia, ma l'istinto di autoconservazione prevale, almeno, così la vedo io. Il bello del cinema è nel non detto, nel lasciare che ciascuno riempia a modo suo i silenzi del personaggi.
      Personalmente sospettavo un finale simile fin dall'inizio perché è tipico delle storie sull'IA, quindi per certi versi mi è sembrata una storia anni '50 in confezione moderna, ma tutti urlano al capolavoro, quindi forse mi è sfuggito qualcosa di importante (anche l'oscar agli effetti speciali... mah...)

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    3. Sono i finali più belli, quelli che ti inseguono per giorni mentre cerchi di riempire il non detto.
      Non sapevo che ci fossero altri vecchi film simili, come ho già detto, non è il tipo di film che sceglierei di solito e l'ho visto proprio perché ha vinto l'oscar (c'erano altri film che lo meritavano, sicuramente).

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  6. Conoscere le regole è molto importante per infrangerle consapevolmente. Per esempio, lo scopo del finale (del libro tutto, ma soprattutto del finale) per me non è compiacere il lettore. Con me qualcuno s'è lamentato di questa cosa; la mia risposta è stata che il finale del loro libro potranno scriverlo come pare a loro :D

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    1. Tipica risposta da scrittore! :D

      Quindi, col senno di poi, riscriverti lo stesso finale?

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    2. Assolutamente! Anzi, nel mio piccolo lo considero un vero colpo da maestro :D

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    3. L'importante è che piaccia a te! I lettori si lamentano sempre. Pensa a quante critiche riceve ogni libro di successo... se si stesse a sentire tutti, non si scriverebbe più una parola.

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    4. Mi farai sapere se mai lo leggerai ^___^

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    5. Sai che non è il mio genere ma lo leggerò di certo prima o poi, soprattutto adesso che so che il finale mi lascerà spiazzata! :D

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    6. Proprio perché non è il tuo genere per me è una sfida importante ;-)

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    7. Non sei uno che si tira indietro vedo! :D
      Ben detto!

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    8. Nemmeno per prendere la rincorsa ;-)

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    9. L'ho già sentita questa :D

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    10. Faccio tesoro dei validi insegnamenti!

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  7. Ben tornata Lisa, ti vedo molto più carica e ormai sono così curiosa di leggere il tuo romanzo che lo aspetto con ansia. Devo vedere il film ex machina, mi avete incuriosita anche su quello. Sul climax emotivo concordo con Tenar, è sicuramente più difficile da scrivere, quindi concludo dicendo forza Lisa!

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    1. Grazie Giulia Lù, sono davvero più carica, speriamo che duri!
      Val la pena vedere il film, gli attori sono bravissimi, tra l'altro.
      Pure il climax dovevo sceglierlo emotivo... sarà la mia anima melodrammatica che mi ha spinto a farlo! :D

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  8. Non deve essere un climax facile da scrivere, per come lo descrivi! Ma ne verrai a capo nel modo migliore, ne sono sicura. :)

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  9. E quindi io sarei uno sbavino? Va be', se devi proprio zoccolare, metti almeno qualche foto ammiccante. Che faccio: prendo i popcorn? XD

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    1. Non sono pronta per la prova costume! XD

      Per fortuna i miei personaggi mi hanno accolto a braccia aperte, zoccolare porta sempre i suoi frutti! :D

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  10. Quando scrivo, ogni tanto "salto".
    Mi sono un attimo fermata a decidere cosa debba esserci nel capitolo immediatamente successivo a quello che ho appena scritto e sono scivolata a scrivere una scena che si troverà nel climax. è ancora una prima stesura. Non so se rispecchi le premesse della Kreiss ma mi piace. E un po' mi consola: la prima parte sarà da riscrivere in toto. All'inizio si cerca di capire cosa si vuole fare e poi lo si fa. Questo mio cercar di capire è durato un anno e mezzo, ma pazienza.

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    1. Dicono che per pubblicare il primo romanzo ci vogliano tra i 5 e i 12 anni, quindi ne abbiamo di tempo! Io ormai sono al secondo anniversario col mio romanzo.

      "Scivolare" a scrivere una scena che ti ispira al momento fa bene, perché la stai scrivendo per piacere e non per dovere, quindi ha più probabilità di essere ben scritta e "sentita".

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    2. Il fatto di non aver ancora finito la prima stesura mi deprime molto. Inoltre il primo romanzo è come il vestito di un bambino: ci cresci dentro, e dopo un po' non ti va più bene. Io tengo a questa storia e voglio continuare a scriverla. Ma molti dettagli (tra cui buona parte di quello che ho scritto nei primi 10 capitoli) cambieranno rispetto a come l'avevo pensata all'inizio. Però che dire? Non mi sento ancora pronta per rinunciare.

      P.S. Sul mio blog c'è l'articolo sui segni d'aria. Spero di aver "azzeccato", su di te. :)

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    3. Il mio primo romanzo è stato importantissimo perché mi ha fatto capire che per pubblicare ne avrei dovuto scrivere un altro (e infatti è andata così :D )

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    4. @Chiara: Anche il mio romanzo è completamente diverso dall'idea iniziale e i primi capitoli sono stati scritti e riscritti daccapo.

      Pian piano ci arriverai in fondo, vedrai. Il tuo è un romanzo che andrebbe scritto in un periodo di tempo ravvicinato, senza distrazioni. Avresti dovuto prendere un anno sabbatico! Così, con tutti i tuoi impegni, si fatica a finirlo. È normale che tu ti senta frustrata. Però so perfettamente cosa intendi quando dico che non ti senti pronta a rinunciare. Io non riuscirei a scrivere nient'altro. In realtà, il diario di Giorgio è talmente diverso dal resto che è come scrivere un nuovo romanzo, con tutti i pro e contro del caso.

      @Andrea: anch'io ho la sensazione che il prossimo romanzo sarà una passeggiata in confronto a questo.

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