23.11.14

La mia "esperienza" con la scrittura

Su Penna Blu è uscito un bel post in cui Daniele Imperi esplora la sua carriera di scrittore per trarre insegnamento dagli errori del passato. Accetto volentieri il suo invito a raccontare la mia "esperienza", anche se non ho ancora scritto abbastanza per poterla definire tale.




Il mio fetish per la parola scritta risale al mio quarto anno di vita, quando mia cugina Simona, che viveva nell'appartamento sopra al mio e andava già alle elementari, mi insegnò l'alfabeto. Invece di incollare le figurine sull'album di Holly Hobbie (nella foto) ne curavo maniacalmente le didascalie a colori. Quando poi mia cugina iniziò le superiori io mi innamorai perdutamente del suo dizionario di latino, lo soppesavo per ore, incantata da quelle fragili pagine guardiane del sapere. A furia di avermi tra i piedi, mia cugina diventò insegnante di scuola elementare, e fu circa in quel periodo che io comprai un quaderno a righe della Best Company e mi misi a scrivere (con la Papermate Replay) la storia della mia famiglia. Ho provato tante volte, negli anni, a scrivere quell'epopea, e chissà, magari un giorno ce la farò. Sarebbe stato bello averla finita in tempo per farla leggere alla nonna Valentina, alla quale andrà dedicato.

Al Liceo avevo quattro fisso in Latino e Matematica, ma l'Italiano e la Filosofia alzavano la media, permettendomi di svignarmela con un sei politico. Non avevo dubbi su ciò che volevo diventare, amavo Freud, Kant, Nietzsche, Platone, Galileo e scrivevo fiumi di diari segreti che mi avrebbero portata a scoprire una volta per tutte il segreto dell'esistenza. La tesi di Laurea in Psicologia arrivò senza bocciature né lode e il giorno dopo misi lo zaino in spalla e partii, senza sapere che non sarei mai più riuscita a tornare. L'amore per i viaggi e la musica grunge mi portarono presto a Londra, la città perfetta come base operativa per la conquista del mondo, e fu così che il mio nome cominciò a comparire su ricerche scientifiche in inglese e programmi di conferenze mediche in giro per l'Europa. Studiavo le droghe sintetiche, e con ciò non intendo dire che le testavo su di me, come tuttora credono i miei amici…
Invece di fare il dottorato mi spostai a lavorare in campo clinico, per poter toccare con mano le cause e gli effetti della dipendenza da sostanze, e mi specializzai in Doppia Diagnosi, scrivendo un'altra tesi, stavolta in inglese. Le storie che mi sono state raccontate per le strade di Camden sono un prezioso database a cui attingere per la mia scrittura e proverò sempre nostalgia e ammirazione per quelle vite vissute, spese, spremute fino al midollo, e spesso erroneamente giudicate sprecate.

Quando la vita vera venne a reclamarmi, riportandomi in Italia, ahimé, nessuno poteva assumermi, perché ero TROPPO SPECIALIZZATA. La crisi bastarda aveva già messo radici nel Bel Paese, ma dopo un periodo di volontariato in una favela brasiliana tornai ad apprezzare il cibo in tavola e i vetri alle finestre, e fu così che mi misi tranquilla a Reggio Emilia e mi reinventai educatrice. Lavorando con i bambini affetti da autismo, a scuola e nei campi estivi, arrivai a ideare e scrivere un training alle abilità sociali e alla comunicazione per bambini diversamente abili. Funzionò bene e mi dava molta soddisfazione, ma la vita vera, a dir la verità, mi stava ben stretta e le condizioni lavorative italiane per chi ha provato il modello anglosassone possono sembrare, ehm, antiquate. Così, quando mi dissero che gli psicologi avrebbero dovuto lasciare il posto di educatori a quelli con Laurea in scienze dell'educazione, o formazione primaria, o blablabla... avevo già lo zaino in spalla.

Per quattro anni girai come una trottola, lavorando dove capitava, mangiando quel che c'era, diventando quel che sono. Scrivevo ancora i miei diari segreti, poesie, testi di canzone, copioni per recite teatrali. Ma soprattutto vivevo e respiravo le diverse culture, le tradizioni, le credenze. Studiavo chi incontravo per la via, volevo sapere tutto di tutti, ero assetata di storie vere, assurde, tristi, le vittorie, le rinascite, gli abbandoni. Un giorno qualsiasi, in Cambogia, il mio corpo crollò, la vita di strada era stata devastante per la mia salute cachettica, e non mi ripresi più. Quel primo giorno di delirante malattia, sola in un tugurio da quattro dollari a notte, senza Internet né cibo, presi il mio piccolo netbook e scrissi Capitolo 1, senza pensarci, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Forse alcuni di voi sanno già che quel romanzo finì nel cassetto della vergogna, interrotto all'inizio del terzo atto per colpa dell'eroina (in tutti i sensi). Il mio errore era stato di non programmare la trama, lasciandomi trasportare da personaggi che si creavano man mano tra le mie dita. Sul momento però pensai che il problema fosse il genere che avevo scelto, e feci marcia indietro tornando alle origini, cioè la ricerca scientifica in inglese. 

Mi misi a leggere cinquanta manuali di scrittura, aprii il mio primo blog (ALL YOU CAN WRITE) e iniziai a scrivere un manuale di Psicologia basato sulla teoria dell'attaccamento. Dopo qualche mese scoprii con orrore che la mia teoria, derivata dall'osservazione empirica, era giusta. Non solo. Era anche già stata pubblicata, nel 2011, da un ricercatore dell'Università di Toronto. Magra consolazione sapere che avevo ragione… i miei sforzi non erano serviti a niente, ero pronta a gettare tutto nel camino. Poi la mia amica Elisa Borciani, scrittrice di fiction e copywriter, mi disse: «Perché non provi a rendere la tua idea in narrativa, e fai raccontare la tua idea ai personaggi?» Dovete sapere che da quando la conosco, l'Eli ha sempre avuto ragione, e per una volta ho deciso di darle retta. Così ho iniziato a scrivere il mio attuale romanzo, in italiano. E poi è arrivato il deagostibus. E poi? E poi siete arrivati voi, i miei nuovi compagni di viaggio. 

Buone parole a tutti!

38 commenti:

  1. Ops! Questo è il "meme" che sto preparando per oggi! Beh, citerò anche te.
    Il ruolo che Londra ha avuto per te, per me l'ha avuto Milano ... poi vedrai!

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    1. Invece che Camden, le colonne di S. Lorenzo :D aspetto la mia Milano nelle tue parole Sandra

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    2. Sono stata a Milano solo una volta in vita mia, e non mi è piaciuta affatto.. preferisco le isole deserte. D'altra parte, ho conosciuto tanti milanesi simpatici e tutti parlano bene della loro città, per cui sono molto curiosa di conoscere la tua storia!

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    3. Io ho vissuto a Milano dodici anni, prima per studiare poi per lavorare, poi sono tornata a Sanremo, nella mia città di origine. Comunque nel post che ho pubblicato ieri vi racconto per benino ;)

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  2. Io diffido dalle autobiagrafie, ma sai che anche un romanzo sulla storia della tua vita non sarebbe affatto male? Mi hai stregato con questo post e vorrei saperne di più dei tuoi viaggi e dei tuoi studi, magari in un romanzo!

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    1. Le autobiografie mi piacciono molto ma sono difficili da rendere interessanti senza mai far cadere il ritmo e l'interesse del lettore. Sicuramente nel romanzo che sto scrivendo c'è molto dei miei viaggi, ma cercherò di condirli un po', aggiungendo il climax che manca alla fine della mia storia (finora) ;)

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  3. Mi viene da dire solo WOW, scusa ma quanti anni hai? Se vuoi dirlo, ha un botto di esperienze pazzesche. Un bacione sandra quella di ragione e pentimento

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    1. Ho 36 anni anagrafici, mia cara Sandra, anche se mentalmente ne ho ancora 17 e fisicamente ne ho già 71 ;)

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  4. Che vita avventurosa! :)
    Ha ragione Tenar: un romanzo autobiografico sarebbe interessante.

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    1. Daniele, grazie per aver avuto questa bella idea di meme, parteciperanno in molti.
      Isabel Allende è diventata famosa a quarant'anni con la storia della sua famiglia, sono quindici anni che sogno di emularla. Se divento famosa come lei, scriverò la mia autobiografia e ti citerò ;)

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  5. Belli i viaggi, ma torniamo per un momento alle droghe sintetiche... ^^'

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  6. E' stato davvero bello conoscerti meglio. E ha ragione Tenar, hai tanto di quel materiale per un romanzo basato sulla tua vita...
    Anche io sto preparando questo meme :)

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    1. Grazie Maria Teresa, e di nuovo bentornata. Sono curiosa di leggere della tua esperienza! Ho la vaga impressione che sarà ben più corposa della mia!

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  7. Neppure Indiana Jones ha una vita tanto avventurosa...

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    1. in effetti di ragni raccapriccianti ne ho visti parecchi, ma non ho il cappello giusto... mitico Indiana Jones!

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  8. Dopo tutto quello che hai raccontato da oggi, ufficialmente, non puoi più dire che non sai come terminare un romanzo. :)

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    1. Davvero? E come finisce? Dai Michele, finiscilo tu per me :'(
      Quanto vorrei avere la tua dote per i twist finali...

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    2. La mia dote dev'essere in vacanza: sono diversi giorni che sto lottando con il finale del romanzo.
      Non è che l'hai vista da quelle parti? :)

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    3. Macché, navigo nel buio totale! Mi è venuta in mente un'idea di finale ma sarebbe degna della telenovela che vedevo da bambina su Telesanterno... si chiamava "Anche i ricchi piangono"
      :D

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  9. Ciao Lisa, bello il tuo modo di afferrare la vita, hai fegato e doti non comuni, Hanno ragione Te nar e Michele, condividi e metti a frutto il tuo super bagaglio di esperienze. Buon lavoro ;)

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    1. Grazie Anna, in realtà per me ha fegato chi riesce a stare in condizioni difficili e lottare quotidianamente per migliorarle. Partire è più facile che restare!

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    2. Bah!... Dal tuo racconto non emergono le scelte scontate, ne di certo i viaggi comodi e vacanzieri, ma la ricerca e conoscenza di altre realtà per giunta in situazioni difficili. Non mi hai convinto. Tu hai fegato. Un abbraccio.

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    3. Va beh Anna se insisti... mi prendo il complimento e me lo tengo stretto! Ricambio l'abbraccio.

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  10. Bel post, come tutti gli altri del resto! (E grazie per la citazione... ) Di sicuro sei di gran lunga la persone con più cose da raccontare che io conosca, quindi attendiamo la tua opera prima!!!

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    1. Grazie bella, sarai la prima a avere l'onEre di leggerla ;)

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  11. Grazie! Avevo detto che mi sarebbe piaciuto sentirti raccontare la tua storia, e sono stata esaudita. :) Tanto di cappello per il coraggio e l'intraprendenza. Forse ha ragione la tua amica Elisa: non è che dentro di te ci sono due o tre persone?

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    1. Di nuovo, il coraggio ce l'ha chi resta e lotta e sopporta, non chi parte e si rimbambisce di tequila ;) Però mi fa piacere che ti sia piaciuta la mia storia.
      Non posso dirti se è vero che ci sono tre persone in me... dovrai leggere il mio libro :)

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  12. Fantastico! Mi piacerebbe mettere anche a me lo zaino in spalla e camminare, ma probabilmente sono troppo codarda per farlo, e troppo attaccata alle persone che amo. Hai un bel bagaglio di esperienze dal quale attingere per le tue storie! Ancora complimenti, sicuramente avrai un sacco di cose da raccontare :D

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    1. Grazie Giusi, stare lontani da chi si ama è tremendo, non ci si abitua mai. Ma come dice una canzone dei Mercanti di Liquore, "il viaggiatore viaggia solo, e non lo fa per tornare contento, lo fa perché di mestiere, ha scelto il mestiere di vento"

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  13. TROPPO SPECIALIZZATA!
    Prova a dire a un colloquio di lavoro in agenzia interinale che hai fatto l'insegnante e gustati le espressioni che vedrai. Manco un marziano con due teste le riceverebbe.
    Io ho cominciato a scrivere nei periodi di bonaccia tra la laurea e il primo lavoro semistabile semiparttime.

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    1. semistabile semiparttime? E ti lamenti? ;) Sono momenti duri da accettare, e duri da digerire. Meno male che hai reagito attivamente, esprimendo il tuo talento nella scrittura, senza abbatterti, ma migliorandoti.

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  14. Complimenti sul serio. Hai tutto quel che ti serve per fare un gran capolavoro.
    Ma dalla biografia non si è evinto come sei finita nella splendida Vancouver.

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    1. Grazie Marco, sei ottimista! Prometto che farò del mio meglio.
      Non ti dico come sono finita a Vancouver, così poi quando esce il libro lo compri ;)

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  15. hai una vita incredibile, tu stessa saresti materia da romanzo.
    ml

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    1. Grazie Massimo, speriamo sia un libro con l'happy ending :)

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  16. "Trame" interessanti.
    Ciao ciao
    sinforosa castoro

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    1. Grazie sinforosa, e benvenuta.
      Complimenti ai "tuoi" bimbi per i fantastici disegni. Verrò a trovarti ancora sul tuo blog!

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