20.1.16

Dalle stelle alle stalle


Dalle stelle


Il giorno dell'Epifania mi sono rimessa alla scrivania e ho iniziato a riflettere sui miei obiettivi per il 2016 con l'intento di partecipare al meme Dammi tre parole. Molti hanno partecipato (tra cui Chiara, Maria Teresa e Daniele) e mi sono vista riflessa nei loro sogni, ne ho apprezzato la positività ma anche la razionalità. Non siamo più ragazzini e anche se puntiamo in alto sappiamo farlo passo per passo. In fondo, come dice il proverbio, Rome wasn't built in a day.  

Sono andata a rileggere le tre parole che avevo scelto per il 2015 e con grande sorpresa ho scoperto di aver fatto un ottimo lavoro.

- Sono riuscita a centrare la mente, il cuore e le energie su quel che la vita mi offre in questo momento, sfruttando le opportunità che mi vengono incontro e senza lamentarmi (troppo) dello stile di vita eccitante e spensierato che sono stata costretta ad abbandonare.

- Ho mantenuto saldi gli affetti oltre oceano cercando di essere presente, anche se non fisicamente, facendo sentire alle persone care che le porto sempre con me ovunque vado. Ho cercato di fare nuove amicizie qui in Canada e anche se purtroppo finora non ho incontrato nessuna anima affine mi dò comunque cinque stelline su cinque nel campo degli affetti perché in agosto, come sapete, ho detto I do e ho anche passato il Natale a casa di mio suocero (che, ci tengo a precisare, non è casa di mia suocera...)

Anche nel campo della scrittura ho mantenuto il mio impegno, perché ho scritto tutte le mattine, anche durante le feste. Il mio romanzo ha una forma definita, una trama precisa, dei personaggi ben delineati. Il climax è pronto a salire e manca poco all'inizio della (terza) revisione.


Alle stalle


Non ho mai postato le mie parole per il 2016, perché i miei sogni di gloria si sono infranti come un'onda sugli scogli (durante una tempesta, tanto per aggiungere un tocco di dramma all'immagine). 

È cominciato tutto con una mail. Tre mesi fa ho fatto richiesta per partecipare a un corso di scrittura di gruppo che si tiene ogni anno a circa un'ora di macchina da dove vivo. Considerando che sono nel mezzo del nulla, il fatto che esista tale risorsa è un miracolo, per cui mi sono buttata a capofitto nel preparare un saggio in inglese da spedire alla dolce nonnina ottantenne che organizza gli incontri. Il programma comincia questa settimana ed ero pronta ad affrontare l'impresa titanica di tradurre il mio romanzo in inglese. Non avevo fatto i conti con la nonnina, che in realtà non è altro che una befana... dopo due mesi di silenzio, quando finalmente le ho scritto per chiedere se avesse ricevuto il mio saggio, mi ha risposto con due righe e un NO secco. Non contenta, ho riscritto chiedendo almeno un feedback, un motivo, una parolina di conforto... non è stata una buona idea. Non so se mi attenterò mai più a scrivere, almeno non in inglese, questo è certo.

Ovviamente quando piove diluvia, e nel corso delle due settimane appena passate la situazione ha attraversato vari stadi: sfavorevole, poi spaventosa, drammatica e infine disperata. Al momento mi trovate bloccata a letto, depressa e rincoglionita, in seguito a un piccolo intoppo agli ingranaggi che il dottore ha oliato di antidolorifici alla codeina. Stamattina ho deciso di rimanere lucida almeno per qualche ora, per scrivervi e pagare qualche bolletta online, prima di tornare in un limbo oppiaceo caratterizzato da elettroencefalogramma piatto con sottofondo avvilente: a rotazione, la discografia di David Bowie, la filmografia di Alan Rickman, e i drammi infiniti di Grey's Anatomy (sono già alla quinta stagione). 

Non so bene cosa ne sarà di me e del blog quest'anno, al momento il mio obiettivo è di sopravvivere a questa badilata di catrame sperando che non ce ne siano altre in arrivo. Vi abbraccio forte e mi scuso per non essere passata a trovarvi, rimedierò al più presto. Intanto voi scrivete, tanto e spesso. Uscite con gli amici e godetevi le vostre famiglie. Non date niente per scontato. 
E soprattutto, continuate a sognare in grande!