14.10.15

Corso di scrittura - secondo giorno



Il secondo giorno del corso di scrittura con Betsy Warland comincia con un semplice saluto, un paio di battute e un veloce esercizio.

ESERCIZIO 5

Definire di nuovo la between-ness, stavolta tenendo conto anche di quel che han detto le altre partecipanti nel corso della prima giornata.

Scrivo di come mi abbia sorpreso il trovarmi in una stanza con persone disposte a condividere i loro dolori più intimi con delle sconosciute. Sembra terapia di gruppo più che corso di scrittura, ma presto cambierò idea, perché la giornata sarà intensa al punto da farci girare la testa verso metà pomeriggio. Scrivo anche di come oggi sia già in sé un between, di come tornerò a casa diversa da come sono arrivata.

A chi non sa proprio che scrivere, Betsy consiglia di scrivere qualcos'altro, senza mai smettere di scrivere. Così anche nel nostro esercizio quotidiano, se la penna non vuole cooperare è inutile forzarla, meglio passare ad altro, ma non rinunciare a scrivere.

ESERCIZIO 6

Betsy ci mostra un foglio bianco A4 e ci chiede di disegnare la mappa di un luogo pubblico che conosciamo bene. Deve essere una stanza (non un luogo all'aperto) e va disegnata vista dall'alto, includendo porte, finestre, e mobili. Può essere un bar, una chiesa, una biblioteca, un negozio, un centro sociale, o qualsiasi altro luogo, a patto che non ci siano posti numerati. Infine, dobbiamo segnare con una X la nostra posizione tipica nella stanza e la posizione delle altre eventuali persone presenti (il barman, o il prete, per esempio). 

NB: vi consiglio di fare l'esercizio prima di continuare a leggere, per non essere influenzati dalla spiegazione.

A seconda di dove vi siete disegnati, potete capire che tipo di scrittore siete e cosa vi serve per migliorarvi. 

ESEMPIO 1: in genere, gli scrittori di prosa sono cani.
Siedono nell'angolo, possibilmente in una nicchia protetta, con le spalle al muro. Amano essere in un punto da cui è possibile vedere tutto quel che succede, chi si alza e si siede, chi mangia e beve, chi entra ed esce. Molti amano ascoltare le conversazioni altrui senza essere costretti a partecipare, nascosti dietro un buon libro o davanti a una tazza di... tè. (Betsy ha detto "caffè", ma vi vedo già storcere il naso al pensiero della brodaglia americana che non si merita questo nome).

ESEMPIO 2: chi ha fatto un disegno molto simmetrico rischia di essere uno scrittore noioso. Bisogna stare attenti a non creare paragrafi e capitoli della stessa lunghezza, pagine che a prima vista sono tutte uguali. Per migliorare è necessario creare movimento e asimmetria, evitando di far addormentare il lettore.

ESEMPIO 3: l'istruzione accademica o giornalistica è difficile da sradicare. Chi vuole scrivere fiction deve tenerne conto, alzandosi dal posto in prima fila per esplorare altri punti di vista e acquistare una visuale più ampia.

ESEMPIO 4: i poeti di solito si collocano nella parte superiore sinistra del foglio. E in effetti le poesie sono scritte proprio in quella sezione. Per migliorare, il poeta deve uscire da quel quadrante. 

Come si fa a uscire dal proprio foglio?

Per "uscire dal suo foglio", Betsy ha deciso di non pubblicare il suo ultimo libro con una casa editrice (perché stanca delle condizioni contrattuali... sai che novità) ma di pubblicarlo a puntate mensili sul suo sito. Per ogni capitolo viene invitato un ospite diverso, che sceglie un estratto dal proprio repertorio da appaiare al testo, in base al contenuto o all'atmosfera che questo gli ispira. I commenti sono aperti e in questo modo il libro diventa ampiamente interattivo.

Per quanto mi riguarda, cane sono e cane rimango. Ho disegnato il mio locale preferito a Reggio Emilia e ho spiegato che lì mi sento a casa perché c'è buona musica e ogni mese c'è una nuova esposizione di quadri alle pareti, idea che stimola la mia creatività. So che i clienti non si ubriacheranno troppo, preferendo una partita a scacchi o un'animata discussione di politica o filosofia. Mi sento sicura, e mi piace sedermi nell'angolo in fondo con un buon libro, tenendo d'occhio il viavai. Al contrario, se vado in un posto nuovo, o se dormo in hotel, mi posiziono sempre il più vicina possibile alla porta, come se volessi essere pronta alla fuga. Per "uscire dal mio foglio", Betsy mi ha raccomandato di prestare attenzione alla mia posizione mentre scrivo, perché rispecchierà questo senso di sicurezza. Se non mi sento a mio agio con le mie parole, starò sul chi va là, di fianco alla porta; solo quando mi sentirò sicura e mi metterò a sedere nell'angolo, allora potrò vedere e descrivere la scena nel suo complesso. 

COMPITI A CASA


ferris bueller's day off
Una pazza giornata di vacanza (Ferris Bueller's day off)

Immaginatevi di guardare i quadri in una galleria d'arteDove vi posizionate? Come vi muovete? Cosa pensate? 
State sempre alla stessa distanza dalle opere? Passate in rassegna i quadri in ordine di esposizione o tornate sui vostri passi? 
Riflettete allo stesso modo su ogni quadro oppure alcuni catturano la vostra attenzione più di altri? 

Riuscite a indovinare come il vostro modo di visitare una galleria d'arte rispecchi la vostra scrittura?

Alla prossima settimana!



40 commenti:

  1. Come mi piace l'esercizio con la mappa da disegnare! Non frequento luoghi pubblici, mi rifaccio alle esperienze del passato.
    Poi rifletto sulla galleria d'arte.
    Questo corso mi sembra davvero interessante, sembra più un approccio da artisti teatrali. Bello!

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    1. Che piacere rivederti, Gas!
      Tempismo perfetto, direi; ieri quando hai commentato stavo iniziando a leggere "Il teatro degli anonimi".
      Se tutti i racconti sono belli come il primo, ti scriverò una recensione da dieci e lode!

      Mi fa piacere che gli esercizi ti piacciano, l'approccio di Betsy è originale e mi sta aiutando molto a riflettere su quel che scrivo e perché. Più volte mi ha raccomandato di fidarmi del mio lettore, "trust your reader": a quanto pare un mio grosso limite è non credere che dall'altra parte ci sia qualcuno che possa capire quel che voglio dire.

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  2. In una galleria d'arte se il quadro mi colpisce, mi sposto avanti e indietro, su e giù. Cerco di osservarlo da tutte le angolazioni. Mi avvicinerei (e a quel punto scatterebbe l'allarme e sarei allontanato dalla sicurezza).

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    1. Bene Marco! E i quadri che non ti colpiscono? Come ti comporti?

      Anche a me è capitato di avvicinarmi talmente a un quadro da rischiare di far scattare l'allarme :D

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    2. Passo oltre! E questo potrebbe anche essere pericoloso: è l'autore che ha "sbagliato" qualcosa? O sono io che non ho la capacità di cogliere cosa ha da dire? Non lo so. Mi consolo pensando che un quadro in un museo non significa per forza che sia davvero di valore, così come un libro pubblicato non vuol dire qualità e buona storia.

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    3. Diversi quadri parlano a diverse persone, ci sono tanti quadri famosi per esempio che a me non dicono assolutamente nulla.
      Anche nei negozi d'arte ci sono alcuni quadri esposti in vetrina che mi fanno quasi ribrezzo, non capisco chi pagherebbe per mettersi in casa della roba del genere, eppure se sono in vetrina ci sarà un perché.
      Lo stesso vale per le gallerie d'arte, non è detto che tutto ciò che esposto debba piacere, anzi secondo me se a uno piace tutto quello che vede non sta usando il suo filtro personale, oppure è un leccapiedi che vuole imbonirsi l'artista!

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  3. Io cane versione "bastonata": angolo in basso a destra dando le spalle al locale :D
    Ho scelto il bar dove a volte passo quando esco di casa, e l'ho disegnato così male che è tutto tranne che simmetrico :-)
    A una mostra passo in rassegna i quadri in ordine di esposizione, salvo poi tornare sui miei passi per guardare una seconda (o terza) volta qualcosa che m'ha colpito.
    PS: grazie per non aver menzionato quella brodaglia che si ostinano a chiamare in maniera fin troppo ottimistica :D

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    1. Dai le spalle al locale? Betsy ha detto che è tipico degli uomini. Anche quando una coppia va al ristorante, di solito lei si siede con le spalle al muro e lui con le spalle alla sala.
      Questo mi ha fatto ricordare il mio ex-ragazzo che stava sempre a osservare e commentare le persone agli altri tavoli e mi dava un fastidio incredibile, perché io invece non sono molto osservatrice e non so nemmeno chi c'è, seduto intorno (a meno che ci sia qualcosa di strano, allora sì, perché amo il gossip, ovviamente :D).

      Comunque l'idea del cane bastonato è molto triste :(
      A meno che tu sia in compagnia di un buon libro; in quel caso è una situazione invidiabile.

      Ti avvicini ai quadri o rimani a distanza?

      Sto giusto bevendo un litro di brodaglia :D

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    2. Evidentemente ci piace guardare dalla vetrata :)
      Quando invece voglio leggere cerco il posto più appartato, dove possibilmente non si veda niente. OK vicino a: 2 maschi, 1 maschio, 1 femmina; NO vicino a due femmine: di solito troppo chiacchierone e mi danno fastidio :-0

      Per i quadri mi avvicino, ma non troppo: mi piace poterli osservare nella loro interezza (di solito mi colpiscono maggiormente i quadri grandi a quelli piccoli)

      Brodaglia --> brava, bevitela tutta! :P

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    3. Concordo, due donne a un tavolo non stanno zitte un secondo :)

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  4. Anche io ho disegnato un bar, quello in cui vado a pranzo quando lavoro. E anche io mi sono collocata nell'angolo dove mi siedo abitualmente: sai che ho una specie di fobia e nei locali non riesco a dare le spalle alla sala? Una curiosità: ho disegnato le persone sedute ai tavoli (persino due avvocati che sono lì ogni giorno, sempre insieme, uno grasso e uno smilzo) ma mi sono dovuta SFORZARE per mettere qualcuno anche vicino a me. Eppure raramente sono sola, quando vado lì, c'è sempre qualche collega. E il disegno è tutt'altro che simmetrico anche perché, parliamoci chiaro, nel disegno un cane lo sono davvero ... ;)

    Alle mostre d'arte mi stufo facilmente. All'inizio seguo tutti i quadri con interesse e mi fermo davanti a ciascuno. Poi - soprattutto se le opere esposte si somigliano - inizio a fermarmi solo presso le opere che attirano la mia attenzione. Se una mi piace, posso anche sedermi sulla panchetta e rimanere a guardarla per ore. :)

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    1. Anche per te allora vale la regola che la donna preferisce sedersi con le spalle al muro anziché con le spalle alla sala. Per me il peggio del peggio è trovarmi in un ristorante affollato coi camerieri che sfrecciano avanti e indietro alle mie spalle. Non mi gusto nemmeno il cibo. Odio anche essere l'ultimo tavolo che deve essere servito, quando si avvicina l'ora di chiusura. Mi sento addosso gli occhi dei camerieri, mi viene l'ansia (forse perché quando ero cameriera non vedevo l'ora che si levassero tutti dalle palle :D).

      Ti sei sforzata di mettere qualcuno vicino a te? Beh, sei l'unica finora che si è messa in compagnia, noi non ci siamo nemmeno sforzati :P

      Interessante quel che dici sulla galleria d'arte... ti dirò perché nel prossimo post. Anch'io sono una da panchetta!

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    2. Ho messo qualcuno perché cercavo di rendere realistica la scena di me al bar. Però effettivamente la scrittura è un'attività solitaria, per questo mi costava fatica, trattandosi di una metafora. :)

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    3. Continuando la metafora, forse nel tuo romanzo ci sono così tanti personaggi perché vuoi renderlo realistico.

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  5. Ah, io sono proprio un cane... ehm... un'autrice di prosa, almeno stando alla mia posizione nel bar dove vado a fare colazione!
    E la galleria d'arte... Do uno sguardo generale alla stanza, poi mi avvicino all'opera che mi colpisce di più, poi ancora mi allontano, la guardo da un'altra angolazione e solo alla fine leggo le informazioni offerte dal museo. Che vorrà dire?

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    1. haha, di che razza sei? :D

      Il tuo modo di affrontare la galleria è molto interessante, ma non dico nulla per ora per non influenzare altri eventuali commentatori...

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    2. Una piccola e mordace, temo...

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  6. Riguardo alla stanza sono tristemente monotono e simmetrico, ma soprattutto come scrittore di prosa sono abbastanza cane da non essere neppure... cane! Mi piazzo in mezzo, con la quota di egocentrismo che mi contraddistingue.

    I quadri, invece, mi piace guardarli ma soprattutto toccarli: io vorrei poter provare le stesse sensazioni del pittore, che con l'opera ha un rapporto fisico, non certo solo ottico. Come puoi immaginare, nei luoghi deputati all'esposizione non sono persona gradita ;)

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    1. Sei sul palco, al centro dell'attenzione, o sei in mezzo ma alla pari con gli altri?

      Il fatto del toccare i quadri è molto importante, ma non posso dirti nulla fino al prossimo post :P

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    2. al centro dell'attenzione, che diamine. a me gli occhi! ;)

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  7. Eccomi arrivo in ritardo ma ci sono! Che belli questi esercizi. In una galleria d'arte di solito guardo tutto ma mi soffermo a lungo sui quadri che mi colpiscono e mi avvicino parecchio. Torno anche sui miei passi per riguardarne qualcuno (se chi è con me non mi trascina via). Riguardo all'esercizio mi sa che sono un cane, ho pensato al mio bar ideale e mi metto in un angolo tranquillo dove posso osservare senza parlare . Invece al lavoro tendo a mettermi al centro della scena ma solo se sono io a coordinare la riunione, altrimenti cerco di sedermi vicino alla porta pronta a scappare alla fine della riunione, odio perdere tempo. :/)

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    1. Ti ci vuole molto tempo a guardare un museo? Sei di quelle che non escono mai più?
      Il resto te lo spiegherò nel prossimo post.

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    2. Aspetto il responso con ansia e curiosità :)

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  8. Svolgimento: guardo rapidamente i primi due-tre quadri, poi trovo un angoletto comodo, mi ci accuccio e ronfo. Dici che sono uno scrittore cane anch'io? XD

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    1. Decisamente cane, un border-collie con l'entusiasmo di un cucciolo e una curva dell'attenzione pari a due virgola cinque minuti. Tu dimmi se questo non rispecchia la tua scrittura...

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    2. In effetti, lo rispecchia parecchio... :)

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  9. In una galleria d'arte mi soffermo davanti ad alcuni quadri, snobbo completamente altri ma mi fermo davanti a quelli che mi colpiscono. Mi piazzo lì di fronte e inclino la testa da un lato, poi dall'altro, torno dritta, inclino di nuovo. Dopo mi guardo intorno per capire se sono l'unica che è affascinata da quell'opera oppure no, con una faccia da tontolotta che ha dimenticato gli occhiali a casa. Che te ne pare? :D

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    1. Mi pare di vederti, tutta presa dal quadro, sperando che anche gli altri lo vedano coi tuoi occhi!
      PS: prima o poi ti farai anche vedere, ora che non sei più anonima? O devo continuare a immaginarti (tontolotta)?

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    2. Sul blog ho messo una foto. Eh eh.

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  10. Ciao ^_^

    Io ho fatto un disegno orribile del bar che frequento nelle pause dal lavoro.
    Mi sono piazzata su un alto sgabello davanti al bancone del bar.
    In alto, al centro del foglio.
    Riguardo la mostra, seguo l'ordine di esposizione, soffermandomi sui quadri che mi colpiscono di più. Inizialmente, mi piace guardarli da una certa distanza, per avere un'idea dell' insieme; poi, mi avvicino per osservarne i dettagli e coglierne le sfumature.
    In me, la stesso dipinto può suscitare sensazioni diverse se osservato a differenti distanze.
    Grazie. bellissimo esercizio ^__^

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    1. Grazie a te di essere passata e di aver partecipato.

      Anche a me piace sedere a bancone, sullo sgabello, se ordino solo da bere. Per mangiare mi piace stare nel... booth, non so come si dice in italiano X_X

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  11. A me basta avere un posto da cui vedo tutti o quasi, indipendentemente dal resto. A scuola ero una fan della seconda fila. Che dici, è ora di osare il passo avanti? ;)

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    1. Concordo. Ultima fila, sguardo basso e speriamo che la prof. non ci interroghi!

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  12. Non sono del tutto certo di aver capito l'esercizio e i vari output che ne derivano, comunque la mappa del luogo che ho scelto (la sala adulti della mia biblioteca) l'ho disegnata mentalmente e a quanto pare sono uno scrittore cane, che spero non sia un giudizio riguardo la mia prosa. :)
    Scrittore visivo (prendendo a prestito la terminologia della PNL) mi piace di più come termine. :)

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    1. Sei in buona compagnia, siamo in tanti scrittori cani :D
      "Scrittore visivo" non rende del tutto l'idea secondo me. Anche un'aquila potrebbe essere uno scrittore visivo, ma guarda tutto dall'alto e con distacco.
      Il cane invece mi fa pensare a un narratore partecipe, coinvolto, curioso ed entusiasta, e anche però capace di stare in disparte a osservare e controllare, aspettando di essere chiamato in causa. Coi miei personaggi va proprio così, li sto a guardare, buona e zitta, col guinzaglio in bocca e gli occhioni supplicanti, sperando che vogliano rendermi partecipe delle loro avventure.

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  13. Veramente molto interessante questo esercizio. E mi piace anche molto il paragone con la visita ad una mostra di quadri. Bella esperienza davvero.

    (scusa il ritardo, probabilmente nei post successivi hai spiegato altre cose, ma ho un po'di arretrati da leggere...)

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    1. Grazie!

      Ti sei salvato con i complimenti, ma la prossima volta che porti i compiti in ritardo ti dò una nota! :D

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