15.1.15

L'ultima fuggitiva di Tracy Chevalier


Non mi considero un giudice imparziale quando si tratta di Tracy Chevalier, che è sicuramente tra le mie scrittrici preferiti. Addirittura la metterei nella Top 5, tra gli autori che seguo religiosamente. Da quando è uscito La ragazza con l’orecchino di perla nel 1999 ho atteso con ansia e divorato ogni nuova uscita, anche se il mio preferito in assoluto è il romanzo d’esordio della Chevalier, La vergine azzurra (1997). 
Se dovessi spiegare cosa mi piace di questo autore, parlerei della sua unica abilità nel prendere un argomento qualsiasi, vivisezionarlo fin nei minimi dettagli, darlo in pasto a un personaggio femminile di un’epoca passata e in questo modo dar vita a una storia irresistibile. 
Gli argomenti scelti e studiati dalla Chevalier sono tutto fuorché comuni, spaziando dagli arazzi ai fossili marini al poeta William Blake. Le descrizioni sono sempre minuziose e inspiegabilmente accattivanti, anche per me che non tollero lunghe descrizioni. La magia della Chevalier sta nella sua firma, inconfondibile e irripetibile, ritrovabile nella sua ultima creazione, L'ultima fuggitiva (2013).

La trama


Honor Bright, giovane ragazza appartenente alla Comunità dei Quaccheri di Inghilterra, nel 1850 prende la nave per raggiungere l’America, trovandosi in balia degli eventi, della natura ancora selvaggia dell’Ohio e di passioni inespresse e impossibili per quei tempi. Non solo conoscere Honor ci guiderà alla scoperta delle tradizioni quacchere, in particolare la cura della casa, delle fattorie, delle mercerie e la tradizionale cucitura delle trapunte, ma ci insegnerà anche le relazioni tra i bianchi immigrati e gli schiavi neri in fuga verso il Canada per la libertà. Honor vorrebbe aiutare i clandestini, forse perché si sente lei stessa prigioniera in una terra lontana da casa.

L’autore


Tracy Chevalier (1962) ha la doppia cittadinanza americana e britannica. Questo è il suo settimo romanzo e ricalca i luoghi della sua infanzia in Ohio e l’Inghilterra dove vive con suo marito e figlio.

L'angolo del follower


Se avete letto i romanzi di Tracy Chevalier, cosa ne pensate? Vi sono piaciuti? Quale pensate sia l'ingrediente magico di cui parlano le recensioni di questo autore? 

Vorrei anche chiedere un consiglio agli esperti: se avete esperienza nel campo della letteratura storica, cosa consigliereste a un principiante per riuscire a conoscere un'epoca in modo così dettagliato e preciso da poterne ricavare un romanzo? Quali sono le fonti più attendibili? 

Immagino che non sia facile identificarsi con un personaggio del passato e rimanere abbastanza concentrati da esser certi di non aver fatto qualche errore madornale, come il classico orologio da polso indosso al centurione romano in un vecchio film italiano. Quanto tempo ed impegno sono necessari per potersi chiamare esperti di un periodo storico? 


26 commenti:

  1. Non conosco l'autrice, infatti prendo nota. :) Per il resto, devo dire che l'accuratezza richiesta a una storia ambientata in un preciso periodo storico del passato può farmi scartare all'istante l'idea di scriverla. Chissà se cambierò idea, prima o poi.

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    1. Probabilmente quando sarai una Matusalemme senza denti potrai scrivere romanzi storici basati sulla tua vita da giovine donzella quale sei ora :)

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  2. Non l'ho mai letta, ma l'ho regalata ad un'amica che l'ha molto apprezzata. Credo che l'unico modo di conoscere un periodo storico sia leggerne in modo mirato. Saggistica, anche sociologica

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    1. Mi sentirei comunque poco preparata. Forse perché non sono mai stata brava a ricordare gli eventi storici, li imparo in fila indiana ma non so metterli in relazione con gli altri elementi dell'epoca. Per esempio posso imparare la vita di Mozart e quella di Napoleone ma non mi verrebbe mai in mente che sono vissuti nello stesso periodo...

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  3. Ho letto solo "La ragazza dall'orecchino di perla" è mi è piaciuto molto, hai ragione sa intrigare anche nelle descrizioni. Ricordo ancora episodi che in altri romanzi passerebbero in secondo piano come la verdure tagliate dalla protagonista e divise per colore. Ho messo in nota questo ultimo che mi intriga. Mi piacciono molto i romanzi storici, e l'accuratezza dell'inquadrare la storia i modo appropriato è fondamentale. In un buon romanzo si percepisce che dietro ci sia sempre un accurato studio storico e culturale del periodo in cui si svolgono i fatti. In parecchi romanzi ci si riferisce spesso a poeti o scrittori di quel periodo. Credo proprio che sia un lavoraccio, che richiede ricerca e tempo. So e ho visto testi anche sull'abbigliamento delle varie epoche.

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    1. Penso che mi annoierebbe studiare libri sull'abbigliamento e costumi di un'epoca, però se me lo racconta una protagonista interessante mi lascio coinvolgere in qualsiasi argomento.

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  4. Di Chevalier non ho mai letto nulla.
    Quanto alla tua domanda, ritengo che il genere storico sia il più difficile in assoluto. Una laurea in storia o scienze archeologiche di sicuro aiuterebbe. In alternativa in grosso lavoro di documentazione, internet può dare una mano anche nella ricerca di testi. Quali dipende però dal periodo storico che interessa.
    Piccola nota aggiuntiva: alcuni romanzi di genere sono in grado di dare una gamma di informazioni che potrebbero passare inosservate. Per esempio se si è interessati alla fine dell' '800 leggere Conan Doyle e Verne può dare ottimi spunti. Come per esempio Indietro nel Tempo di Finney, uscito negi anni '70, nelle note e nel romanzo stesso viene evidenziato come l'autore abbia trovato la documentazione per ricostruire la New York di fine '800.

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    1. Forse ancora più difficile è il genere distopico, perché non solo devi conoscere l'epoca storica ma anche indovinarne possibili ramificazioni su un piano ipotetico. Leggere autori di romanzi storici precisi è un ottimo consiglio per imparare. Nel caso della Chevalier, per esempio, metterei la mano sul fuoco che le informazioni presentate sono documentate e giuste.

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  5. Ci riprovo, i miei commenti non riesco più a pubblicarli :-(
    Conosco bene la Chevalier per aver letto tutti i suoi libri e condivido con te la voracità con la quale li leggo. Tuttavia devo dirti che all'inizio restavo tiepida alla lettura delle sue storie, era come se mi mancasse qualcosa. Poi ho capito che mi mancavano i colpi di scena, le avventure mozzafiato, le emozioni forti. Mai, in nessun momento dei suoi libri, si trova qualcosa che appaia "all'improvviso" e le emozioni scorrono sotto l'apparenza trattenuta dei suoi personaggi. E così alla fine ho compreso che nella vita reale succede proprio così, anche le emozioni più forti non sono mai esorbitanti, se viste da fuori. Ecco, lei si pone fuori, il suo punto di vista è esterno e ciò che osserva lo racconta così come lo vede.

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    1. Che gioia vederti tra i commenti, trattodunione, ho tirato un sospiro di sollievo. Non ho fatto nulla dopo che mi hai detto che non riuscivi a commentare, non saprei proprio perché prima non funzionava e ora sì. Se qualcuno ha suggerimenti, se altri hanno avuto problemi a commentare o sa come risolvere la questione, è pregato di alzare la mano...
      Nei libri della Chevalier non ci sono colpi di scena ma i temi di fondo sono piuttosto bollenti, come la schiavitù e la condizione delle donne, in questo caso particolare. Le emozioni che i personaggi si sforzano di soffocare contagiano il lettore che le le fa proprie.

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  6. Ho letto questo romanzo due anni fa e ricordo di averlo divorato. Veramente bellissimo. Non ho letto altri libri della Chevalier ma intendo farlo. Anzi... ora faccio qualche ricerchina ;)

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    1. La lista dei libri da leggere si allunga... :) è impossibile mettersi in pari, vero? :)

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    2. Scusa, mi ero persa questo commento.
      Sì, direi che è impossibile! :-D

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  7. Non ho mai letto questa autrice e non sono un esperto di ambientazioni storiche, ma notavo il dato interessante del tuo post: preferisci il romanzio di eserdio. Riflettete gente, riflettete.

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    1. Non credo siano in molti a pensarla come me, "La ragazza con l'orecchino di perla" è il secondo ed è famoso a livello mondiale, penso che molti lo preferiscano. Su cosa dobbiamo riflettere? Intendi che il primo è sempre il più curato, ergo il più valido?

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    2. Non lo so, speravo lo dicessero gli altri... :P :D

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  8. faccio tesoro dei tuoi consigli, ho pochissimo tempo per leggere ora, fino a qualche anno fa facevo la spola in treno tra casa e ufficio, e quando l'affollamento non era eccessivo, riuscivo a leggere romanzi con una certa regolarità, poi...va beh è una storia lunga, ma prima o poi...

    un caro saluto Lisa

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    1. Prima o poi me la racconterai! Avere dei "tempi morti" obbligatori, come la spola in treno, aiuta la routine della lettura. Hai provato ad ascoltare audio-libri? A me piace ma purtroppo non riesco a concentrarmi sulle storie di narrativa, ascolto biografie o saggi.

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  9. Non ho mai letto la Chevalier (ammetto che la mancanza di morti ammazzati nelle trame dei suoi romanzi mi ha sempre inibito), ma scrivo anche narrazioni storiche, quindi almeno su questa parte ti posso rispondere. Per quella che è la mia esperienza il lavoro di documentazione è immane, ma non basta. Bisogna arrivare a chiudere gli occhi e a sentirsi in quel posto e in quel tempo, con tutte le sensazioni tattili al posto giusto. Quindi al massimo si può scrivere di un'epoca di cui si è appassionati, non solo conosciuta in qualche modo. Io sono archeologa, ho dato parecchi esami relativi all'epoca romana, ma nelle narrazioni utilizzo solo la tarda repubblica, che conosco meglio. Sul mio blog trovi il racconto "la donna col liuto", scritto dopo aver visitato le terre catare. Quindi il mio consiglio è di scrivere una narrazione storica solo se si è davvero appassionati di quell'epoca, perché non è un campo in cui si possa improvvisare.

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    1. Grazie dei consigli Prof, invidio un sacco le tue conoscenze in materia di storia e archeologia, sono un bagaglio di ispirazione per un numero illimitato di storie su morti ammazzati :)
      Sto ancora ridendo per il tuo commento sul blog di Chiara, dove dici che i tuoi personaggi hanno scheletri nell'armadio, nel senso che nascondono le ossa delle loro vittime dietro i cappotti :D

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    2. Non necessariamente loro vittime. Al momento sta lavorando con un personaggio che di mestiere fa l'antropologa forense. E nell'ultimo raccontino pubblicato Watson trova qualcosa nell'armadio di Holmes...

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  10. Ciao cara! La ragazza con l'orecchio di perla mi ha preso tantissimo, ho provato invidia per come scrive bene l'autrice, al punto che mi sono messa a studiare certe frasi... Ho fatto così anche con la Nemirovsky, è interessante il modo di procedere della scrittura pieno di riferimenti sensoriali e di colori.
    Ho provato a scrivere un racconto storico, me l,hanno pubblicato su romanticamente fantasy per un concorso (dal mio blog ci arrivi, se vuoi curiosare): è un'esperienza bellissima ma dura, per 40.000 battute ho impiegato mesi... E ho letto altri romanzi simili, studiato il periodo storico... Una faticaccia! Tu hai in mente qualche trama ambientata nel passato?

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    1. Non ho mai osato scrivere una trama ambientata nel passato, però mi piacciono molto le storie ambientate in Europa alla fine del 1800. Trovo molto romantiche le lettere e gli sguardi rapiti tra innamorati, ma dovendo scrivere storie ambientate ai giorni d'oggi mi ritrovo con frasi del tipo: "Era talmente innamorata che guardava continuamente la sua foto del profilo"... :D
      Raccontaci di più di questa tua faticata, che epoca hai scelto per il tuo racconto? Andrò di sicuro a curiosare, metti pure il link qui se vuoi!

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  11. Non l'ho mai letto, però mi piace la trama del libro che hai riportato nel post.
    Anche io mi sono sempre chiesto come si faccia a scrivere bene e nei dettagli una storia all'interno di un preciso contesto storico. Se ci riuscirai, sarai veramente bravissima!
    Grazie del consiglio!

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    1. Grazie a te, ti farò sapere se mai ci riuscirò :)

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