18.5.15

QUESTIONE di CLIMAX

Anima di Carta ha recentemente postato 16 cose da sapere sul climax. Quel che più mi piace del suo blog è che Maria Teresa riesce a spiegare i concetti base della narrativa in modo semplice e innocuo; i suoi elenchi puntati e le sue riflessioni mi aiutano a interiorizzare nozioni che magari ho già letto sui manuali di scrittura, ma che non sono ancora in grado di applicare nella pratica quotidiana.

Per mesi la scritta SPANNUNG, sottolineata in rosso e seguita da vari punti esclamativi, ha continuato a guardarmi dalla mia lista di cose da fare, fissandomi con sguardo minaccioso e il dito puntato. Rileggendo la prima stesura del mio romanzo, NTS, ho notato che il climax è debole, perché manca la spannung, cioè la tensione narrativa che cresce lungo il corso della storia fino a culminare nella resa dei conti. Ammettere di avere un problema è il primo passo per risolverlo, ma non avevo idea di come farlo. L’articolo di Maria Teresa mi ha dato la chiave per affrontare la questione del climax, guidandomi punto per punto. Non per niente, lei è la prima della classe; è quella bella e brava, che però non se la tira e ti passa i compiti da copiare. Grazie!

Come si raggiunge il climax?

(Chissà come i motori di ricerca interpreteranno questo titolo... mi manderanno la pubblicità del Foria?)


1. Il climax in una storia è un momento di azione e intensità, un evento cardine intorno al quale ruota il resto, il punto di convergenza degli elementi della storia stessa, il momento in cui le forze che abbiamo introdotto nell'inizio e messo in gioco nel corso dello sviluppo si incontrano-scontrano. Siamo alla resa dei conti.

Lo scrittore senza esperienza tende ad avere fretta di dare al lettore le risposte che cerca. I personaggi si svelano troppo presto, per paura di perdere d’intensità. La trama corre verso il traguardo. Ne risulta un climax precoce, seguito da una coda di storia senza sapore né ragione d’essere. Dobbiamo imparare a trattenere l’entusiasmo e alzare la tensione per gradi, frustrando il lettore (oltre che noi stessi) cosicché non potrà smettere di voltare pagina.

2.  Se questa parte della storia non ha niente a che vedere con questi elementi ma ne utilizza altri (magari appena introdotti o estranei alla vicenda principale), la storia perde di senso. Il climax è connesso con l'asse portante della trama.

Il protagonista deve essere parte integrante del climax. Nel mio romanzo, tutti i personaggi secondari sono catalizzatori del cambiamento della protagonista, che è trascinata in un nuovo mondo e costretta a vedere le cose da una diversa prospettiva. Al momento della resa dei conti, dovrà invece essere lei a prendere in mano le redini della storia; non potrà rimanere passiva e in secondo piano mentre tutti gli altri risolvono i vari conflitti.

3. Ci possono essere più climax, per esempio in relazione a vari personaggi, subplot, situazioni o anche in relazione allo stesso protagonista, ma uno solo è quello intorno a cui deve ruotare tutto, e deve distinguersi: c'è una sola vera scena madre e si deve notare.

Questa scena madre deve essere forte, ovvia, ben definita. Deve per forza succedere qualcosa, esternamente o internamente, che rappresenta la somma dei piccoli cambiamenti che abbiamo seminato lungo il corso degli eventi. Basta pensare a quando, finito un libro, lo chiudiamo e restiamo a guardarlo pensando: “E quindi?” 
Nel contratto col lettore che stipuliamo a inizio storia, gli chiediamo di prestarci attenzione in cambio della promessa di arrivare al punto, alla fine. Non possiamo deluderlo.

4. Spesso nel climax il protagonista si trova davanti a una scelta fondamentale o a una grande sfida. Questo è il momento in cui dimostra di che pasta è fatto. Può uscirne vincitore o perdente, ma deve aver fatto del suo meglio perché le sorti gli stavano a cuore.

Non è così facile se la protagonista, come la mia, è vittima passiva degli eventi. L’eroe che desidera ardentemente qualcosa arriva ad averlo tra le mani dopo varie peripezie, ma l’eroe per caso che voleva solo essere lasciato in pace, come potrà dimostrare di che pasta è fatto? La soluzione in questo caso sta nell'allineare gli indizi giusti lungo il percorso, facendo intuire al lettore un cambiamento interiore in corso d’opera che darà coerenza interna al personaggio e ne giustificherà la decisione finale.

8. Il climax si può svolgere nell'arco di una o più scene e va necessariamente drammatizzato, non può essere raccontato. Qui è quanto mai valido il concetto di mostrare e non raccontare. Sono pessimi quei climax che si consumano in pochi paragrafi posteriori all'accaduto: il lettore va portato dentro la scena, vuole vedere che sta accadendo. Se non ora, quando?!

Per mostrare un cambiamento esteriore è sufficiente descriverlo, ma come si fa a mostrare un'evoluzione interiore? Sarebbe molto più facile raccontarlo. Una soluzione potrebbe essere creare scene ad hoc per sottolineare piccoli cambiamenti nel comportamento dei personaggi che stanno maturando, mostrando la metamorfosi senza nominarla esplicitamente. Il rischio, in questo caso, è di creare scene che annoiano perché sembrano non fondamentali al proseguimento della trama.

11) Nei romanzi di genere non si scappa, il climax è in un certo senso determinato dalla tipologia della storia. In un giallo c'è la scoperta dell'assassino o di un mistero, in un thriller di solito il protagonista è in pericolo di vita, in una storia d'amore c'è il confronto, la rappacificazione o l'addio con la persona amata, e così via.

E nei romanzi non di genere? Come lettrice, io non amo alcun genere, preferisco il mainstream, o il crossover tra generi. NTS è un romanzo non di genere, e purtroppo non esistono direttive sulla costruzione del climax. Credo che sarebbe più facile poter seguire delle linee guida. Volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, la mancanza di specificazioni lascia più spazio all’originalità e, se ben fatto, il climax potrà lasciare il lettore a bocca aperta.

13) La sfida del climax comporta sempre un prezzo da pagare per i personaggi. Si potrebbe dire simbolicamente che hanno attraversato un cerchio di fuoco e come minimo ne sono usciti un po' bruciacchiati. A volte si tratta di effetti collaterali più o meno gravi.

Per me che non ho esperienza, è difficile maltrattare i personaggi. Ci sono affezionata, li voglio proteggere, vorrei che nelle loro vite andasse sempre tutto bene. La mia storia non ha un “cattivo”, un anti-eroe, nella prima stesura tutti erano sempre ubriachi e satolli, pieni di gioia di vivere. Almeno nella fiction, sarebbe bello che esistesse un mondo senza conflitti. Ma nessuno vorrebbe leggerlo, perché sarebbe tremendamente noioso.




L'angolo del follower


Come raggiungete il climax? Che espedienti usate per mostrare il cambiamento, aumentare gradatamente la tensione e raggiungere il culmine lasciando il lettore a bocca aperta? Avete già ordinato il Foria?



30 commenti:

  1. Foria, chi era costui? Intanto grazie dell'informazione, questa mi mancava e una mano santa non si rifiuta mai. L'età avanza, e in certi ambiti il doping non mi sembra più così malvagio :)

    Per quanto riguarda il climax di carta, invece, la mia via preferita per mostrare e non raccontare sono i dialoghi. Attraverso uno scambio di battute si può anche mostrare il cambiamento di un personaggio o lo stupore di un altro che non capisce più il primo.
    Altre volte, invece, ho "sospeso" la narrazione per dare al mio lettore un articolo di giornale in cui si racconta un fatto di cronaca. Il potere del giornale (e dello stile giornalistico) è molto forte e chi legge quasi automaticamente tende a crederci di più. Come se fosse vero :)

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    1. Prego, figurati, qualche donna mi sarà presto grata :D
      AH, bellissima l'idea dell'articolo di giornale! Non mi sarebbe mai venuto in mente. Dà credibilità al fatto e si può usare per mostrare la reazione del personaggio alla notizia.

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  2. ... Anch'io sono stato "edotta" dal link iniziale... Non si smette mai di imparare ;)
    Il climax letterario, invece, è un bastardone. La mia difficoltà maggiore, non mancandomi di base assassini e cattivi vari, è coreografarlo. Al momento non ho nessuna intenzione di uccidere la protagonista, ma non ho ancora trovato un modo coerente per tirarla fuori dai guai (che io vorrei una donna indipendente che si difende da sola, ma lei pesa quarantacinque chili scarsi e l'avversario è un marcantonio di un metro e novanta... Urge cavalleria!)

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    1. Anch'io ne sono venuta a conoscenza da poco, un mio amico italiano mi ha mandato il link pensando che, dato che qui in Cannada l'erba è legale, questo tipo di prodotti si trovi sugli scaffali del supermercato... :D
      La tua protagonista non ha scampo... a meno che sia una situazione alla Davide e Golia. Lei potrebbe usare l'astuzia per combattere la forza fisica, magari avvelenandolo o lasciando che si rovini con le sue stesse mani. O diventando un virus come Merlino contro Maga Magò :D

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    2. Ehi, il "Cannada"? Guarda che comincio a preoccuparmi! Già ho questa vena sotterranea di Salvation Army... ;)

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    3. Non ti dico! Questo mese hanno aperto 80 dispensaries a Vancouver! Praticamente ci si stona anche solo a camminare per strada.
      È il secondo business della regione.
      Ma non preoccuparti che io ormai ho passato l'età a rischio, ormai mi faccio solo di tisana al finocchio :D

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  3. Per raggiungere il climax basta solo avere un buon condizionatorex. :)

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  4. Ahahahahah!!! Scusa Lisa, ma tra la battuta di Marco Lazzara e il Foria ho le lacrime agli occhi. Bel post, nonostante il climak caldo. Devo ammettere che creare un minimo di intrigo e aspettativa in certi racconti credo non sia per nulla facile, l'unica cosa che percepisco è che ci vuole. La lettura che mi piace e ricordo di più, è quella che mi costringe a leggere nonostante la stanchezza, perché intriga sapere cosa c'è dopo e se avevi intuito giusto, da qui e creare il tutto... bisogna essere pasticceri e sapere dosare e amalgamare bene tutti gli ingredienti, guai scordarsi il lievito; e ora? Stabilito questo? Ti ricordi il libro "L'ultima fuggitiva" di Tracy Chevalier? Sembrava una donnina che subiva gli avvenimenti, eppure anche lei è cresciuta è cambiata, ha subito ma anche risposto e agito agli avvenimenti, ha lottato ed è stata aiutata da persone e fato, e noi eravamo concatenate a lei nel leggere. Spesso l'autrice raccontava l'azione, ma non cosa aveva intenzione di fare il personaggio.

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    1. Bene, ridere fa sempre venire il sole, e infatti stamattina c'è una bella luce.
      Anche a me piacciono i libri che ti prendono e ti portano via, facendoti scordare il resto. Tracy Chevalier ha sempre avuto questo effetto su di me, non ne sbaglia uno. "L'ultima fuggitiva" è un ottimo esempio che posso seguire per costruire il mio climax, grazie di avermelo fatto notare!

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  5. Se posso dirti la mia. Per quanto tutti i punti sul climax siano corretti e veritieri, io non credo che vadano seguiti pedissequamente. I punti vanno letti e acquisiti, ma poi, devi toglierteli davanti e non pensarci più. Devi lasciare che sia il tuo inconscio a elaborarli, a rimestarli nella tua storia. La storia va puntellata, ragionata, ma non troppo. Il rischio di dover far combaciare quel che scriviamo con le sommarie regole della scrittura, rischia di far venire la storia frammentata, con troppa tecnica e poca anima.

    Io credo che quando ci si blocca sui punti come i tuoi, anziché stare davanti al monitor a ragionare con gli schemi, occorra rinchiudersi in una stanza al buio, o andare a passeggiare sulla spiaggia, in un bosco, o in qualunque luogo in cui ci si possa isolare dal mondo. Devi immergerti dentro te stessa. Devi riuscire a viverla la storia, a farti emozionare di pancia. Devi trovare il coinvolgimento viscerale che deve assomigliare al fiato trattenuto di un’apnea. Hai letto tanti libri, hai visto film, hai elaborato dentro di te storie altrui che ti hanno fatto piangere, ridere, sognare, indignare, soffrire, gioire. Quel che ti occorre perché la tua storia possa diventare come le grandi storie, lo hai già dentro. Non può suggerirtelo nessun manuale e nessuna regola. Vivi e ama la tua storia come se fosse il fulcro portante di tutto l’infinito mondo che ribolle in Lisa. È questo quello che i lettori vogliono, non altro.

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    1. Marco ti ringrazio, mi hai fatto venire la pelle d'oca!
      E il tuo consiglio arriva al momento giusto, ho assolutamente intenzione di seguirlo oggi stesso, dopo una visita oculistica che mi renderà incapace di vedere bene per qualche ora. Ero già in ansia all'idea di come avrei passato il tempo, ora invece potrò approfittarne per immergermi nel buio e nel silenzio con i miei personaggi.
      Grazie!

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    2. O che bello! La pelle d’oca senza far leggere le sciagurate parole che tempero nei miei romanzi.
      Spero nulla di che per gli occhi, oltre al fastidio. Volevo solo aggiungere che per me, per isolarmi è vitale la musica. Ma non diffusa, bensì con auricolari. La musica dalle casse la ascolti, con gli auricolari la fai penetrare dentro. ;)

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    3. Mentre scrivo niente musica, ma mi piace camminare senza meta, ascoltando con gli auricolari; riesco a farmi dei viaggi mentali di tutto rispetto. Quasi tutte le idee per il romanzo mi vengono mentre cammino. Quando la trama sarà ben fissata, vorrei trovare musiche che suscitino emozioni diverse e rivedere scena per scena ascoltando le note adatte, chissà che non mi aiuti a trasmettere al lettore sensazioni più intense.
      Sciagurate parole? Non ci credo... dove si possono leggere?

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  6. Oh mio dio, mi hai dato della secchiona!!!
    Vabbè, però l'idea che spiego in modo "innocuo" mi piace :)
    Sono contenta che quello che ho scritto ti abbia in qualche modo ispirata. Certo, come dice Marco nel commento qui sopra, è vero che certe istruzioni vanno prese sempre con le molle, a volte abbiamo bisogno solo di una piccola scintilla per mandare nella direzione giusta la nostra storia.
    Ma quando ce la farai leggere questa storia?!

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    1. No, tranquilla, il secchione è Michele! :D
      Anche il post sulla sinossi mi aveva aiutato a riempire di significato un concetto vago. Studiare non basta, certe volte alcune nozioni si comprendono solo dopo averle messe in pratica, poi, certo, ognuno le sviluppa a modo suo.

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    2. Signora maestraaa! Lisa l'ha fatto ancoraaa! :-P

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    3. ahahah Lisa deve essere stata un bel tipetto a scuola :D
      Il prossimo profilo di scrittore che tratterò da me è quello dello scrittore secchione. Vedremo che collimerà con Michele! In tal caso mi odierà a morte per il resto dei suoi giorni :)

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    4. Ecco! Ce lavete tutti con me! :D (vediamo se così funziona :-P )
      Mi ricordo che io ero andato abbastanza vicino al primo che avevi pubblicato, anche se adesso non ricordo più che tipo fosse!

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    5. Michele, il primo era lo scrittore fanatico, ma non ti ci vedo proprio a pubblicizzarti e postare su facebook ogni giorno quante parole hai scritto! Se invece lo fai, meno male che non siamo amici ;P
      Maria Teresa, non vedo l'ora di leggere il profilo dello scrittore secchione!

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  7. Sono un "climax" precoce... ops, l'ho detto. XD

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    1. hehehe ;D
      per colpa tua i motori di ricerca mi manderanno anche la pubblicità del viagra...

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  8. Io non sono ancora arrivata a scrivere il mio climax, ma i vostri due post mi hanno dato dei suggerimenti per come farlo. In particolare, mi rivedo molto in questa tua frase:

    "Il protagonista deve essere parte integrante del climax. Nel mio romanzo, tutti i personaggi secondari sono catalizzatori del cambiamento della protagonista, che è trascinata in un nuovo mondo e costretta a vedere le cose da una diversa prospettiva. Al momento della resa dei conti, dovrà invece essere lei a prendere in mano le redini della storia; non potrà rimanere passiva e in secondo piano mentre tutti gli altri risolvono i vari conflitti."

    Questo è il punto. Il mio protagonista dopo aver raggiunto alcuni obiettivi che credeva importanti si troverà costretto a metterli sul piatto della bilancia, a confrontarli con ciò che ha perso o che sta per perdere e, paradossalmente, anche con tante situazioni nuovi che non pensava potesse mai avere. Credo che il mio climax - dal momento che anche la mia storia è mainstream - riguarderà soprattutto alcuni confronti fra personaggi. Dunque, dovrò giocarmi tutto sul piano del dialogo ... che è un po' il mio punto debole. Staremo a vedere! ;)

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    1. Invece nel mio caso il climax avverrà quando i personaggi si separeranno, dopo essersi incontrati, scontrati e detti arrivederci. Il narratore però non "entra" nelle teste dei personaggi più di tanto, quindi non posso spiegare l'evoluzione della protagonista spiegandone i pensieri. Dovrò descrivere le sue emozioni e i suoi dubbi tramite gesti ed espressione facciale, e non sarà facile!

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  9. È vero, lo faccio anch'io. Certi libri troppo tecnici o descrittivi li leggo scorrendo veloci le parti che non capisco o che non m'interessano. Mi succede anche con le serie TV in inglese, spesso non seguo le discussioni legali o poliziesche e mi concentro invece sulle espressioni facciali, i gesti e la scenografia.

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  10. Mi sono sempre chiesta chi ci fosse dietro i manuali HOW TO. Deve essere un lavoro ben complicato spiegare in modo accessibile a tutti meccanismi tecnicamente complicati. Altro che lavapiatti!

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  11. Come faccio a fare crescere la tensione fino a raggiungere un bel climax? Nel nuovo romanzo, non lo so. Sono lontanissima dalla costa, con tutte le sue confortanti certezze... Riguardo al punto 8: far sentire al lettore i pensieri del personaggio è comunque mostrare, e non raccontare, ma non è affatto noioso. A meno che il personaggio non sia "loffio", nel qual caso hai un altro problema. ;)

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    1. NO, per carità, di personaggi loffi ce ne sono già anche troppi nella vita reale :D

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  12. Non so ancora come creare il climax. Per adesso mi limito a mettere giù le tessere del mosaico, senza fretta. La storia mi prenderà un bel po' di tempo, e se riuscirò (ma magari fallirò), il climax salterà fuori da sé. Per adesso mi accontento di assemblare una costruzione che induca il lettore a chiedersi: "Perché costui fa così? Nasconde qualcosa?".

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    1. Il climax salterà fuori da sé? Beato te, il mio non vuole saperne di farsi vedere :D
      Ottima l'idea di suscitare la curiosità del lettore facendo intuire che la storia ha un lato misterioso, non esplicitato.

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